Jim O’ Rourke / My Cat Is An Alien ‘From The Earth To The Spheres Vol. 4’

(Opax Records/Wide 2005)

I My Cat stanno realmente andando oltre!
Li avevamo lasciati su di un palco romano mentre tentavano di risollevare con
la loro presenza una scombinata data di Jackie-O Motherfucker (cosa che
gli era riuscita benissimo sia chiaro). In quella occasione si erano rivelati
essere degli autentici maestri di cerimonie, nubi su nubi stratificate
di ronzanti chitarre trattate e giocattoleria varia; atteggiamento sornione ed
inventiva a mille.
Il resto dei Jackie intorno a loro era quasi cornice fastidiosa rispetto a tutto
il ben di Dio che i due Opalio producevano.
Ora con questo nuovo quarto volume della loro serie di split “From The Earth
To The Spheres” li troviamo veramente prossimi a qualche stella lontana.
Che lo condividano con Jim O’ Rourke diviene quasi un dettaglio data la qualità
della loro performance, che è, diciamolo fin da subito; da brividi.
O’ Rourke ci spiattella un gran bel brano registrato nel 1988 e rimasto per lungo
tempo ad ammuffire su di un nastro, evidente che il quinto nuovo Sonic Youth
era in quei tempi un gran bell’incontro da fare.
Table guitar circolare che ti affetta le orecchie in maniera sublime, la New York
sonica che conosciamo bene, una fitta serie di sublimi tessiture circolari prossime al lavoro di Tony Conrad, Phill Niblock;
Angus Maclise.
In poche parole una vertigine di drones ispidi e metallici che si tingono di riverberati
screzi ferrosi adorabili; una piccola orchestra di carillion inceppati.
Fatevi i conti che il buon Jim doveva stampare ancora il suo primo album in quel
periodo….
Poco meno che eccellente!
E poi arrivano i My Cat, che dire?
Probabilmente questa è una delle loro cose più riuscite, in un sol
balzo sorpassano sulla destra tutta la compagine dei vari Six Organs e
simili.
Qualcosa che parla una lingua realmente out, una magia dolcissima che inanella
venti minuti di scivolate che avrebbero reso felice tanto Sun Ra che Ry
Cooder
, anima blues, spazi ampi; inventiva a profusione.
Anima grande e cuore altrettanto.
Incantevole.
Le parole di fronte ad un incanto del genere incespicano, mi vien da pensare che
se Alan Lomax fosse ancora vivo probabilmente gli avrebbe dedicato un disco
tutto per loro.
L’uscita più bella di tutta la serie fino ad ora.
Lo sguardo ora è rivolto veramente verso le stelle.
Meriterebbero di vendere quanto i Subsonica.
Che Dio ce li conservi in questo stato per altre mille uscite.

Voto: 8

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