Send My Regards, ‘Grandmas Cookies’


(Angry
Vegan, 2005)

C’è
un feeling da saga spaziale in questo cd dei Send My Regards,
sigla sotto cui si nascondono tali Justin Cassidy e Patrick
Rodriguez, immagino alle prese con laptop, synth ed armamentario
elettronico variamente assortito (loro direbbero shit
electronics
), uscito per la stramba Angry Vegan.
Prendiamo il primo brano Stay Black dove sembra di stare a
bordo di una navicella spaziale sul punto di essere inghiottita da un
buco nero, gli occhi fissi sui monitor ai fosfori verdi della cabina di comando,
che dietro una coltre di rumore bianco ed interferenze varie
lasciano intravedere segnali audio/video di una qualche forma di vita
che ronza minacciosa nelle immediate vicinanze. Un rombare insidioso,
bleeps, rigurgiti digitali, samples vocali resi deformi da una
cascata di plugins e mandati in loop, il ritmo che d’improvviso
rallenta, la forza di gravità che scivola via. Piace molto
quest’inizio, per un disco a base di ambient malevola, digital
noise, glitch, effetti sci-fi, occasionali folate di synth simil
Faust (Don’t Feed Chinchilla), sempre al servizio
di un suono bello pieno, prossimo alla saturazione. Diversi i momenti
interessanti, segnali che sui monitor di cui sopra brillano e pulsano
con maggiore forza degli altri. Warm Legs assomiglia ad
una cometa in rapido avvicinamento con malinconiche lacrime robotiche
ad accompagnarne la corsa, e alla fine, dopo l’impatto, tra
esplosioni intermittenti, come fuochi d’artificio che risuonano
negli abissi cosmici sembra di osservare la fine di un piccolo mondo
da dentro un film di Tarkovsky. Meno cosmica, ma più personale,
Lady Stay Dead, colpi come funerei tamburi marziali,
background di formicolii elettrici e respirazioni bocca a connettore
di chissà cosa, mentre effetti di stampo Warp (non riesco a
non pensare a certi suoni degli Anti Pop Consortium)
rimbalzano in superficie. A chiudere degnamente il disco Manual Labor , gli
ultimi stanchi istanti di vita di uno sconosciuto device
meccanico in agonia che si congeda tra ondate di distorsioni
rumoristiche di cui Pita andrebbe fiero.

 

Voto: 7

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