The White Birch ‘Come Up For Air’


(Glitterhouse/Venus 2005)

Quarta opera per i “Sigur Ros norvegesi” che tornano a lievitare, tenui e leggeri, con le loro melodie. “Come up for air”, edito dalla label tedesca Glitterhouse, è un accompagnamento ideale per il vostro autunno.
Se provate a pensare alla Norvegia cosa vi sovviene? I fiordi per caso? Esatto. Oppure foreste e distese di neve? Inverni freddi e scuri, renne, merluzzi e…ok, basta con i luoghi comuni. Tutto ciò comunque – renne e merluzzi esclusi – calza a pennello con i White Birch, così come, per la verità, con i più noti compatrioti del versante folk-pop Sondre Lerche e Kings of Convenience.
Fragile, quasi impalpabile, “Come up for air”, a parte i già citati islandesi, ricorda forse i Portishead, e, almeno al sottoscritto, certe cose dei Tindersticks.
In precedenza il trio di Oslo aveva realizzato un paio di Lp, un Ep e, sempre con la Glitterhouse nel 2002, “Star is just a sun”: dieci pezzi contemplativi ed evocativi.
Unico obiettivo dichiarato di Ola, Hans Christian e Ulf, è quello di “creare bellezza” con la propria musica, apprezzabile concezione positivistica ispirata a trarre quanto di bello c’è nella vita. Anche trascurando il lato dark dell’operina, che pur deve esserci, e pur piacevolmente cullati da suoni tinti con colori tenui, l’impressione è che il trio ceselli ottima musica da sottofondo. Valutazione che non deve essere interpretata negativamente: renderti più sereno sul lavoro non è da tutti. Naturalmente, i rockettari possono tranquillamente astenersi.

Voto: 6

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