(Petite Sono 2005)
Basterebbe l’ascolto della prima traccia per convincersi della bontà del nuovo disco di Luca Bergero (in arte Fhievel), ‘Le baptême de la solitude’, lavoro che segue di due anni il precedente ‘Vetri di carta’ e che rappresenta sicuramente uno dei vertici creativi dell’artista biellese. Riconoscimento, per il lavoro svolto, che si riscontra anche nell’internazionalità delle sue uscite. Già ‘Pocket Progressive’, inciso con il concittadino Luca Sicurtà e con Claudio Rocchetti, aveva rotto i confini nazionali, uscendo per l’etichetta portoghese Creative Sources; stavolta invece tocca ad una label canadese produrre, tra l’altro in una bellissima confezione limitata, questo suo ultimo lavoro. Che è, se vogliamo, più rigoroso e omogeneo di ‘Vetri di Carta’ ma che lo supera in liricità e intensità. Dicevo della prima traccia, bellissima: una meravigliosa raccolta di flash sonori che si susseguono come onde nel mare di notte, che muiono nel silenzio e che in esso si rigenerano. Questo stesso modus operandi torna ad essere sviluppato anche nelle due tracce seguenti che mostrano, una volta di più, come la sensibilità artistica e il tocco di genio sia frequente in quegli artisti che, dalla nascita nel collettivo iXem, sono riusciti poi a trovare una propria luce ed autonomia. I suoni di Fhievel intaccano la realtà che ci circonda, così come l’abbiamo sempre conosciuta, e la riscrivono con una formula sonora a base di musica concreta, elettroniche e field recordings. Com’è per il compagno di bisboccie, Luca Sigurtà, anche per Fhievel l’approccio alla musica è squisitamente artistico: entrambi sono scultori di suono, manipolatori della realtà, creatori di piccoli universi sonori; partono dal quotidiano per approdare all’universale. E fanno dischi, come questo, bellissimi.
Voto: 10
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Autore: agguato@hotmail.com