(Effervescence / Risonanza Magnetica 2005)
Audiopixel è uno (dei tanti) volti con cui il venticinquenne Miguel Constantino maschera la propria identità dietro la creazione di un nuova ‘scatola sonora’. Il moniker in questione nasce nel 2002 e sfrutta al meglio l’esperienza di studio, avuta presso il Centre de création musicale Iannis Xenakis; nonché una rivelata inclinazione del giovane ingegnere del suono verso gli ambienti francesi della musique concrète. A sbucare fuori come altro segno vi è la semplicità, venuta incontro dall’assetto strumentale-compositivo realizzato dal malinconico ‘one-man-band’.
“Memento Rumori” è la prima (GRANDE) prova, ella assorbe in sé materiale lavorato nei tre anni precedenti all’uscita e come protagonista principale ‘tema / corpo’ vede salire alla ribalta una nostalgica chitarra acustica, contaminata da un laptop e poco più che qualche pedale. Un risultato strabiliante per l’alito di dolcezza emanato, attraverso l’elaborata fusione di sporadiche armonie glitch e pop.
Da segnalare il veloce contributo recato da un nutrito gruppuscolo di musicisti francesi in cui è la maliziosa voce di Shuang Song a comparire (e a colpire) con più intensità; inoltre, vanno ricordati il piano e le manipolazioni di Stephane La Porte, il violoncello di Faustine Seilman, le chitarre elettriche di Eric Pasquereau e Arthur De La Grandière…
In Je te parle maintenant, même si tu ne me répondras jamais la voce zuccherosa della Song si staglia sopra un fondale di materia granulosa, rievocante tutto il (buon) gusto per i suoni ‘disturbati’ degli Oval. Intorno l’azione del giovane si decodifica un forte ‘tormento’ per le espressioni melodiche, affabili al tatto e complesse nell’organico, mediante l’inserimento di pratiche elettroacustiche, quali i field recordings. Se i pochi istanti di Rumori Brouillon rimarcano con forza la tesi elettro-teutonica di partenza, lo charme giocherellone di J’ai plus de peine pour un chat écrasé cambia subito umore: Audiopixel plasma una traccia che se avesse ospitato una voce maschile, avrebbe ingannato molti, passando senza problemi per una delle migliori creazioni minimal-pop by Jim O’Rourke.
Il menestrello di Chicago si farà percepire anche durante i soffici scontri tra un’acustica (semi) improvvisata e gli electronics di Origami Mon Ami, mentre la doppia prova di Rumori Papillon e From Caldas da Rainha To São Martino do Porto corre a testare la variante più taciturna, articolata…sperimentale di questo piccolo enfant prodige di musica nuova.
Suoni – sentimenti – piacevoli stati di coscienza, (favolosamente) adatti ad accogliere, nel migliore dei modi, i primi raggi del 2006.
Da incontrarsi, con molte problabilità, nelle ardenti plasylist di fine anno. Io un posto l’ho già riservato!!!
Voto: 8
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