Pierpaolo Leo ‘Unclocked’


(Autonomen Records/Just Like Heaven 2005)

All’improvviso e prima di ragionare: una musica elettroacustica per qualche installazione lunare. (Con il senno di) Poi: i ricordi di Steve Reich nell’ostinato, ma anche qualche bagliore – ben accetto – della (ormai quasi) tradizione che è sempre più facile dimenticare: in particolare accenni/omaggi ai suoni di Risset, Truax o di qualche spettralista.

Il viaggio di Pierpaolo Leo parte con una base solida e mai banale di costruzione del suono. Con suoni caldi e ripetitivi, riesce a costruire quadri che non hanno tempo (Unclocked appunto), stanze squadrate che ricordano i primi Autechre (Between Two Points è un ‘pong’ spiazzante tra una cassa e l’altra), gallerie di impulsi che potrebbero far da colonna sonora a qualche film/videogame giapponese (Do You Think That…), ricordi electro anni settanta (Oblique sembra uscire da un album dei Tangerine Dream).

Anche se a lungo andare la ripetitività può stancare orecchie non esercitate, il suono riesce sempre a mantenere alti i livelli di godimento per l’orecchio, pur essendo ‘di ricerca’. Un progetto che meriterebbe sicuramente una promozione e una divulgazione fuori dai soliti circuiti indie, dato che riesce a congiungere la sperimentazione con la godibilità.

Per info:
Contatti: www.autonomenrecords.com
Distribuzione: www.justlikeheaven.it

Voto: 8

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