(Madcap Collective 2005)
Una cosa buffa è quando ad un certo punto accade di accorgersi che uno dei tratti caratteristici del lo-fi folk italiano (che è come l’universo, in espansione) è la comune scelta di scrivere e cantare in inglese. Pur non essendovi nulla di strano, è nella maggior parte dei casi la componente che più di ogni altra fornisce alla totalità della produzione un invasivo tono naive, ossia ciò che mimetizza le radici americane, forse un modo per prenderne, giustamente, le distanze. In numerosi casi, come questo, è chiamata in causa una lingua ancora più essenziale di quello che in realtà è, ottima da usare al mattino, con due o tre accordi di chitarra e nel posto tranquillo in cui solito ci si apposta quando si ha bisogno di pensare poco.
Come altrettanto spesso accade i limiti espressivi si rivelano una doviziosa fonte di poesia.
Quei due o tre accordi mattutini hanno tutto l’aspetto di nascere, nel caso particolare, dalle mani di un chitarrista il quale tentativo di modestia non riesce a nascondere il suo essere tutt’altro che discreto musicista. Questo e quest’ altro fanno sì che “Morning” venga accolto nel generoso insieme dei metodi per nulla nuovi, ma sicuramente efficaci, per affrontare l’inverno.
Voto: 6
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Autore: ambra.g@gmail.com