The Cortet ‘HHHH’


(Unsounds/Fringes 2005)

A questo progetto, zampillato dalle mani della coraggiosa Unsounds, prendono parte quattro tra i più temerari improvvisatori in circolazione oggigiorno. Un quartetto ideato da Cor Fuhler – pianoforte preparato con strani marchingegni elettro-meccanici auto-costruiti –
che vede comparire il silente Thomas Lehn al synth analogico, dal Regno Unito, Rhodri Davies e la sua arpa modificata e John Butcher, conteso tra sax soprano e tenore. Il nome scelto per battezzare questa unione, sorta con tutti i crismi beneamati dalla spontaneità, è quello di The Cortet.
Lo scopo può figurare, persino ordinario a chi già nutre legami ‘forti’ e conosce accuratamente da vicino la materia esposta; il quartetto dà vita ad un groviglio di suoni di cui, con una certa sicurezza, è possibile ri-affermare quanto la costola elettro-acustica e la sua natura più oltranzista non colgano più di tanto gli animi degli ascoltatori, per il fattore innovativo ricercato, bensì destino sorpresa nelle persone per l’alta qualità, alle volte prettamente tecnica, sciorinata dai componenti di un progetto. Non voglio con ciò, sostenere che le cinque strutture sonore, orbitanti in “HHHH”, manchino totalmente di un’unità creativa, o cedano peso nella propria espressività: quello che credo è che, in un frangente come quello sotto mano, non sia difficile inciampare nella monotonia, se chi siede alla cabina di montaggio, mostra una scarsa dimestichezza e detiene un bagaglio, alquanto minimo di tempo, passato a creare note in siffatta maniera. Insomma, anche se sembra facile, costruire musica totalmente improvvisata contiene le sue difficoltà… e la maggiore, sicuramente, è quella data dall’errore di ripetersi all’infinito, casomai, senza accorgersene mai.
I protagonisti di questo combo sono tutti, chi più chi meno, amanti del silenzio come forma primordiale di ‘scrittura’ sonora e cercano, dopo tanti anni, di trarre continuamente emozioni e nuove formule compositive da ciò. Non è un caso, quindi, che un grande come Thomas Lehn abbia composto tra i suoi migliori lavori (ricordiamo gli stupefacenti duetti in compagnia di Radu Malfatti) avvalendosi su ampia scala di movimentazioni rade, parche di suono (ben tangibile), sature di pulviscoli sulla soglia della evanescenza.
In tal caso, al contrario, riescono con leggerezza a varcare la border line, approdando in un territorio, il cui schema si sviluppa in ‘ascesa’ e la cui materia si scopre (in senso molto alato) più corposa e presente. Le note interne sono redatte da Yannis Kyriakides, altro noto signore dell’elettronica d’avanguardia odierna, il quale non può far altro che risaltare la classe e l’eleganza, esibita dall’ensemble, risaltandone il clima superbamente glaciale, ingegnato al suo dentro. Non si può sezionare chirurgicamente la storia complessiva del cd, in 5 discorsi differenti: se la trama appare – come del resto è – unica, basta solo evidenziarne il sottile nervosismo posto in crescita, durante il cammino degli strumenti. Sotto diverse eccitazioni e forme si manifesta lo sviluppo dei corpi, scampolo di primaria importanza nel format compositivo. Le forme, spigolose e sottili, fermate in copertina dall’arte fotografica di Ilse Schrama, restituiscono bene il contenuto ‘aspro’ e mai come in questo caso, piacevolmente, rigido… spartano, ma ricco… pungente, ma caldo… rilassante, ma esplosivo.
Tra i momenti più burrascosi vi è da segnalare TH e HN, un lungo corridoio informale dove predomina la respirazione circolare e sotto altre forme di Butcher. Fuhler spicca il volo verso territori di puro astrattismo, dimostrandolo in particolare dalla costante applicazione di oggetti al piano…
Andy Moor è diventato ormai un autentico enfant prodige per quanto riguarda la produzione elettro-acustica / improvvisata radicale contemporanea sui generis. Le sue uscite negli ultimi tempi hanno adottato un’invidiabile par-condicio, promuovendo suoni firmati da giovani artisti, diciamo emergenti (parlavamo poc’anzi di Y. Kyriakides) e non smettendo mai di far conoscere, a più gente possibile, i respiri futuristici (ormai storici) di Mr Butcher… e come in ”HHHH”, stringendo un’alleanza perfetta tra maestri ed allievi.
Speriamo che serva di insegnamento per qualche scellerato in giro dalle nostre parti.

Voto: 8

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