(Ache Records 2005)
Ancora sperimentazioni spinte all’estremo in questo cd omonimo di Piers Whyte. Un disco che a un primo impatto fa pensare subito ad un guasto del lettore ma che, durante il percorso audio, sa regalare pregiati momenti di suggestione rumoristica. 45 minuti che offrono una serie di 9 episodi di difficile inquadramento, dove molte sono le ambientazioni e molte le informazioni sonore che danno origine a scenari in continuo mutamento. Un collage di frammenti di suono di varia natura, presi chissà da dove e messi insieme con una spiccata sensibilità ambient. Niente che abbia a che vedere con forme musicali definite ma il risultato finale intriga e invoglia a nuovi ascolti.
Voto: 8
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