Il Fantasy Che Ci Mostra Il Reale.
Di Aldo Piergiacomi
V per Vendetta
Regia: James McTeigue
Colore 132 min. – USA (2005)
Di spunti di riflessione, questo film ispirato al romanzo di Alan Moore ed
illustrato da David Lloyd, ne dà moltissimi e tutti molto interessanti…
proviamo ad indicarne alcuni:
Innanzitutto l’idea di fondo: quella di un’Inghilterra, di un futuro molto
prossimo, il cui governo fonda il suo potere sulla repressione (con l’uso
massiccio della polizia politica per coloro che trasgrediscono le ‘regole’), sul
terrore (di guardarsi dalla minaccia straniera e da tutte le possibili paure) e
naturalmente sul controllo dell’informazione (!)… insomma un futuro purtroppo
molto simile alla nostra attualità…
E così in questo fosco domani arriva ‘dal nulla’ il protagonista che sotto una
maschera che ricorda il mito del cattolico Guy Fawkes, che nel 1605 cercò di far
saltare la House of Lords (e finì catturato e torturato!), si fa chiamare col
simbolo ‘V’ che sarà il ‘logo’ della sua vendetta…
V interpretato (ma sempre sotto la maschera) da Ugo Weaving, dai più conosciuto
come il cattivo agente Smith di Matrix, mette in scena la sua vendetta, ma non è
uno sterile vendicarsi del torto subito; la vendetta diventa messaggio per
comunicare alle persone che è giunto il momento di riprendersi il potere: perchè
“sono i governi che devono avere paura dei popoli” e non il viceversa. e poi
aggiungeteci pure che in questa vendetta V non è il solito bonaccione alla
Superman… lui distrugge, uccide (e non solo chi se lo ‘merita’) e fa del
male…
Ed oltre alla bestia (V è ‘diverso’ quindi mostruoso ecco anche perché si
nasconde dietro una maschera…) chiaramente c’è anche la bella (una molto
convincente Natalie Portman soprattutto nella seconda parte) a cui non tocca il
classico cliché di eroina intoccabile… no lei dell’incontro con V ne subisce
le conseguenze perché sembra che solo tramite lo sperimentare l’odio e la
sofferenza ci può essere il ‘risveglio’ dal sonno della ragione (o forse meglio
del conformismo…)
E così il messaggio dei fratelli Wachowski (sceneggiatori del film) della
necessità di un risvegliarsi collettivo dal controllo delle nostre società
arriva stavolta ancor meglio che nel primo Matrix (gli altri due alla fine si
sono rivelati solamente occasioni perse…) e il regista McTeigue (che nei
Matrix è già stato assistente alla regia) riesce a spingersi ancora di più nel
non-politically correct…
Perchè stavolta l’idea non è solamente quella di ‘aprire gli occhi’ come Alice
dal paese delle meraviglie… ma di ‘agire’ e di farsi promotore di azioni volte
ad abbattere il sistema. E in questo senso è molto interessante poi che la
rivoluzione sia compiuta da tutti con le maschere, facendo propria l’idea
zapatista nella rivoluzione dei senza volto…
Ma “V per Vendetta” non è solo proclama politico (anche se bisogna ammettere che
le parti dialogate sono molto presenti e a volte un po’ prevaricanti…) è anche
azione e soprattutto cinema: è il “Fantasma del palcoscenico” ed anche il “Conte
di Montecristo”, ma innanzitutto è citazione di “1984”, film ispirato al celebre
romanzo Orwelliano, non solo per l’onnipresenza delle TV, ma per la furiosa
interpretazione del dittatore John Hurt che, come per un magico contrappasso,
nel film di Michael Radford era la vittima sacrificale.
E poi ci sono infinite citazioni all’ancor più orrido reale ovvero ai campi di
sterminio nazisti o alle prigioni terrificanti dei nostri giorni (cfr. Guntanamo
o Abu Graib) ma quello che più impressiona è che in fondo tutto questo fosco
futuro è il risultato maturato dalla ricerca della semplice speculazione
economica da parte di un gruppo di persone.
E come al solito nel cinema, ed a maggior ragione in quelli belli come questo,
si ritrovano le chiavi per leggere meglio la nostra realtà…
Da ricordare:
la toccante lettura delle lettere della prigioniera omosessuale.
La trasmissione satirica contro il primo ministro.