(Grain Of Sound / Baskaru / Fonoteca Municipal de Lisboa 2005)
“35 Mutant Seconds…” incarna il secondo capitolo della serie ‘Mutant’ generata, all’incirca un paio di anni fa, attraverso la pubblicazione di “One Mutant Minute: based on Noto’s 747”. La produzione scorge indaffarata la mitica label iberica Grain of Sound, all’occasione, scesa in campo con la collaborazione della collega francese Baskaru e di un’istituzione importante, quale la ‘Fonoteca Municipale’ di Lisbona. Anche il Portogallo, paese che non gode certamente di una sana sicurezza economica, per mezzo delle proprie organizzazioni, culturali e non, ostenta un sincero interessamento per forme artistiche e sonore, non propriamente comuni alla massa.
Una tendenza che si va rinforzando in buona parte del vecchio continente. I primi paesi a supportare e finanziare operazioni artistiche, anche sperimentali, furono i nordici; ad esempio si può ricordare che molti dei nostri musicisti (Alessandro Bosetti, Claudio Rocchetti, Alessandra Rombolá…) hanno preferito migrare in altri paesi, anche per godere di determinati privilegi e di strutture più aperte.
Staccata la fase critica sul fatto che non riusciremo mai, di questo passo, a vedere simili esperienze realizzate qui, a casa nostra, sbarchiamo con il discorso nella materia principale dell’opera: i 35 secondi estratti da “Creamy Burst” firmati Rafael Toral.
Se la scelta di porre come soggetto principale un pugno di note del chitarrista di Lisbona, affinché stuzzichi l’ispirazione di altrettanti musicisti, nella messa a punto di diverse variazioni sul tema, vuol dire che la firma in questione è da considerarsi, oramai, riferimento imprescindibile per la conoscenza e la crescita negli ultimi anni della nuova musica elettronica portoghese… europea… globale!!!
Va’ anche detto che essendo le variazioni, eseguite per la stragrande maggioranza da autentici ‘outsider’ di marca elettro- elettronica, otterremo 12 brani il cui gusto ricorderà ben poco (o meglio un bel niente) quello dell’ ‘Oggetto sonoro clonato’.
Qualche accenno descrittivo sul punto di partenza spinge nell’elencare pochi e semplici elementi: Toral dentro il contenitore dei 35 secondi pone una sequenza di feedback scabrosi distillati da una chitarra, alla stessa misura, distorta. Ragion per cui, sarà come un volo pindarico udire il distacco nell’attacco, immediatamente successivo e isolazionista, dell’americano Richard Chartier (Improvvisation_122904b) o quello dei ‘nostrani’ Ent (Sunrise Creamy sun) in cui drone vigorosi e loop ovoidali, quanto rarefatti vagheranno in libertà, sino allo scoppio di reminescenze industrial a viaggio concluso. Bella prova questa del combo veneto, dalla quale si può osservare chiaramente la strada (lunga e in ascesa) percorsa dagli Ent, sin dalla loro formazione.
Da Brooklyn, l’artista Sonic / Visual Ian Epps si diverte a riportare climi più miti: per lui i 35 secondi rievocano delicati errori-glitch con ugual direzione tra gli Oval, Motion e Tu m’.
Cristallino!!!
John Kannenberg con Durations riporta in auge climi torridi, elettronica destrutturata e complessa, sfondi sonori piuttosto viscerali (tutto il materiale sembra esser frutto di field recordings) scivolano sotto piccole e cadenzate improvvisazioni tecnho-minimali… sgranate fino a consumarsi del tutto; Stapletape (rispettivamente André Gonçalves e Nuno Moita, i patron della G.of.S.) cuciono un tessuto dal clima onirico e surreale, mentre @C con Int.12/46 solca sentieri estremi, asciutti di melodia e per le orecchie difficili da digerire. Anche dal canto suo Kim Cascone non scherza affatto in merito a distorsione: Silver_Star_Noise è coerente sin dal titolo, con dentro rombi di woofer, graffi, frequenze sinusoidali, assordanti e laceranti, in una dimensione del suono, volutamente fastidiosa.
Un consiglio è quello di spostare la manovella del volume verso il basso.
Sawako, affascinante come sempre, contende il suo RTR in tempi ristretti, sezionati a metà tra ambient che accresce di volume e un elegante groviglio di registrazioni circostanti, mescolate a frequenze di molteplice dimensione ed effetto. Naif e difficile da ‘comprendere’, come tutta la sua musica. Blake Stickland è il primo della lista a tener bene in conto il fattore SILENZIO e del resto Irreconcilable Differences (restrictive freedom) segue molto l’insegnamento cageano: fatto di continui spianamenti del silenzio, atti ad attenuare le improvvise e violente comparse di rumori radiofonici e di altri poco chiari. Passione per la microwave più oltranzista (alla maniera di Sachiko M) fluttua dentro la testa dell’austriaco Pita mentre la chiusura data ad Allto con Hundred riporta alle tensioni ‘anestetiche’ provate in apertura.
Un’analisi dettagliata di tutte le ‘molecole’ presenti può aiutare a comprendere solo in parte la materia vasta ed astratta protagonista di “35 Mutant Seconds” e di buona parte del catalogo Grain Of Sound.
Scoprire e di seguito giudicare il contenuto di prima persona è sempre la cosa migliore: la – nuova- musica elettronica, essendo alle volte preda dell’astrattismo più radicale, non può esser rinchiusa sotto le parole di un unica persona; buona esplorazione!
Voto: 9
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Autore: mariacenci@alice.it