(Autoproduzione 2005)
“Looking Up To The Sky”, guardare al cielo per fuggire e lasciare da parte le preoccupazioni che assillano il quotidiano; storie di
personaggi annoiati e sognatori, letteralmente, con la testa tra le nuvole.
Questo, in soldoni, il tema dell’esordio autoprodotto dei Bios, giovane formazione di Merate (LC): un tema svolto bene, che
rende l’idea mescolando efficacemente sonorità wave pop di inconfondibile matrice inglese (penso ai Depeche Mode e a certo
Liverpool sound…dei Teardrop Explodes meno psichedelici?) con l’immediatezza dell’indie rock americano degli Anni Novanta
(R.E.M. su tutti, ma anche sentori di Pixies ultimo periodo); e così, se tastiere e synth fanno il pieno di malinconia
alle iniziali Ready To Fly e Tired Business Man, Take Me Away è già più frizzante, e si nota subito la maggiore
attenzione nella ricerca di melodie dalla presa facile: sensazione confermata in pieno dai brani successivi, specie Hostel, la
più indie rock del lotto, e Changes, ricca di chitarre ridotte all’osso, tastierine che sembrano giocattoli, e una voce che
canta come un Morrisey americano candidato a frontman dei Pavement.
Senza infamia e senza lode gli altri brani, tra cui si segnala una bella ghost track acustica di sole chitarra e voci.
Un pò sfocati i brani più malinconici e quieti (nei quali poi, in certi passaggi, la voce sembra più attenta all’intonazione che a
comunicare davvero qualcosa, e le tastiere spesso abbondano più del dovuto), che non convincono in pieno, i Bios rendono sicuramente
meglio negli episodi più vivaci, che non mancano di ritornelli facilmente ed efficacemente comunicativi; manca forse quel pizzico di
personalità in più che ti permette di farti largo nella mischia.
info@biosmusic.com
Voto: 6
Link correlati:BIOS
Autore: alealeale82@yahoo.it