(Empyrean Records/Wide 2006)
Nick Wright è Dogme 95, nome con chiari riferimenti all’idea di purezza (in quel caso cinematografica) rimarcata nelle cosiddette Regole Indiscutibili volute in primis dal duo VonTrier-Vinterberg, ed è un texano trasferitosi a Chicago. Questo è il suo secondo lavoro su lunga distanza ed è un album che dovrebbe/vorrebbe combinare narrativa, musica e cultura suonando futuristico e allo stesso tempo primitivo…vediamo se il buon texano ce la farà.
L’album è sorretto in lunga parte dalla chitarra acustica di Wright e da poco altro, infatti il nostro punta molto su delle semplici melodie vocali un po’ stonate e primitive su cui costruire attorno il brano…qua e là affiorano dei tamburelli , degli effetti e la sua yamaha ps-1 ma l’intenzione è chiaramente quella di un minimalismo sonoro di stampo folk. Si lavora di sottrazione e i risultati in diversi casi sono soddisfacenti soprattutto nei brani più scanzonati.
A suo sfavore devo però rimarcare che il CD in questione ha una durata da Mini (solo 27 minuti di cui nove e passa per l’ultima canzone) e sebbene sia lampante che la qualità di un lavoro non si ‘misura’ dalla durata, si deve però sottolineare che il ‘materiale’ sonoro è abbastanza limitato.
Tra le canzoni più convincenti menzionerei There’s A Land That We’Re Beyond ritmata filastrocca quasi a metà strada tra Devendra Banhart e Microphones e Salty Air And Devil’s Toes che invece può ricordare Neutral Milk Hotel per briosità e leggerezza.
In Teach Me To Read O’ Darwin una timida tastiera si fonde con la chitarra lambendo territori folk/progressive.
Si chiude con il lunghissimo pezzo finale da prima sussurrato e arpeggiato che rallenta fino quasi a ‘spegnersi’ per poi chiudersi con urla sguiate e atmosfera festosa.
In conclusione il tutto suona abbastanza bene ma i pezzi veramente molto buoni si fermano a quota quattro, il che è sinceramente un po’ poco per spingermi oltre al…………..
Voto: 7
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Autore: leonardzelig@tiscali.it