(Casket Music 2006)
E’ strano come la press release che accompagnava questa seconda prova dei Ninefold li descrivesse prima come ‘una delle più conosciute band italiane hardcore-crossover’ e poi sottolinei che il cd è disponibile dal 20 febbraio solo nel Regno Unito.
Cavilli distributivi a parte; quando uno sente nominare quei due sottogeneri vicini, si aspetta determinate cose (o meglio, le teme) e invece i cinque presentano uno stile che fortunatamente è molto più crossover che hardcore, in quanto mescola intelligentemente quanti più generi possibili.
Dalle strumentali vagamente shoegaziane (composte a quanto pare da un certo Micheal MC Bello), a momenti alla Carlos Jobim in Opium Cocktail ed Empty Box fino al rapporto quasi progressive che intrattiene con i propri tamburi il batterista Enrico Liverani (come in Toasted).
Probabilmente è la voce quella che rimane più fedele all’hardcore, ricordando a tratti Moreno, ma viene preso comunque come un punto di partenza da cui costruire.
Niente da eccepire anche sulla produzione di Alessio Apollinari, che per il loro stile mai eccessivamente rumoroso si mantiene su una buona media di pulizia e non carica troppo i bassi.
Qualche dubbio forse rimane, tipo quale sarebbe esattamente l’apporto del tastierista nella maggior parte dei pezzi; ma d’altronde nel booklet ringrazia due pezzi grossi come Robb Hubbard (che sarebbe il Rob di SIDdiana memoria, immagino) e Gianfranco Marziano, quindi va bene così.
In finale, stranamente “Superstar” è più appropriato per chi non si fida minimamente delle proposte italiane in tema di HC/Crossover e vorrebbe qualcosa di meno prevedibile e magari anche suonato decentemente. Direi che miglior complimento non c’è; speriamo solo che continuino così e che l’album riceva un po’ d’attenzione anche da noi.
Voto: 8
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Autore: nukep@inwind.it