Di Mariagloria Fontana
Lester Bangs, Guida ragionevole al frastuono più atroce, Minimum Fax, Roma 2005
(edizione italiana dell’antologia postuma Psychotic Reactions and Carburetor Dung, a cura di Greil Marcus, 1987)
Introduzione all’edizione italiana di Wu Ming 1
Traduzione di Anna Mioni
La raccolta di scritti di Lester Bangs, troppo poco conosciuto in Italia che come al solito merita la palma dell’ignoranza musicale, è uscita nel 2005 edita dalla piccola, ma qualitativamente grande, casa editrice romana Minimum Fax. Quest’ultima, coraggiosa e intellettualmente onesta, ce ne restituisce le gesta critico-letterarie musicali, sotto il titolo “Guida ragionevole al frastuono più atroce”, traduzione dell’antologia postuma”Psychotic Reactions and Carburetor dung”. Nell’edizione americana originale, l’introduzione è affidata a Greil Marcus, l’autore per intenderci di “Lipstick traces” e di altre prodezze, mentre per l’Italia la prefazione è affidata a Wu Ming 1.
Lester Coway Bangs scrisse dal 1969 al ’73 per il Rolling Stones, da cui fu cacciato, ma proprio ciò gli permise di iniziare la proficua collaborazione con la più irriverente e controcorrente rivista Creem.
Bangs è stato un outsider, un antesignano del giornalismo rock, il precursore di uno stile che insieme ad altri illustri nomi come Tom Wolfe, ha creato ciò che oggi si definisce “new journalism”. L’antologia è una sorta di romanzo autobiografico, in cui il narratore in prima persona non omette nulla, anzi, ci restituisce un’epoca, i dischi e le esibizioni di bands più o meno celebri e il sapore di giornate fra alcool, droghe, vicine anziane e zelanti e naturalmente visioni rock assolutamente nuove, che faranno da scuola a tutta la critica musicale mondiale a venire, post-Bangs e postmoderna. Dall’incontro con Lou Reed, il suo idolo, allo scontro con lo stesso, una relazione di amore ed odio come solo fra due grandi artisti può nascere. In una dialettica fra attuale e presagi sul futuro, scopriamo che Bangs non solo segnerà uno stile di scrittura del tutto innovativo, ma traccerà un’analisi ebbra, smidollata eppure tanto perspicace, lungimirante, intuitiva nel saper vedere ciò che rimarrà dei suoi eroi e del rock. Del ventenne Iggy Pop, “idiota” e per questo geniale nel suo non prendersi sul serio davanti al pubblico, evidenzia le capacità provocatorie, non allineate con il mainstream e la volontà di buttarsi sul pubblico, di confrontarsi con i propri simili, contro ogni divismo Mickjaggerriano e Bowieano. Sino ad arrivare ad una apologia di Barry White, il ciccione dalla voce più sensuale della musica cui affidare tenzoni d’amore e al quale tutte le donne cadrebbero ai piedi. Passione che trasfigura le parole, la stessa musica: “(…) è solo che nutro un fanatismo altalenante per la musica (…) l’esperienza dei primi ascolti di un disco così completo, così sconvolgente, da farti dire sinceramente che dopo averlo ascoltato non sarai mai più lo stesso. (…) Sono eventi che ti ricordi per tutta la vita come il tuo primo vero orgasmo. E tutto il senso della tua passione assurda, automatica e ostinata per le incisioni musicali sta nella ricerca di quel momento inestimabile. Quindi non è che i dischi siano in grado di scardinare la mente, ma piuttosto che, se qualcosa deve farti impazzire, tanto vale che sia un disco. Perché la musica migliore è forte, e ti guida, e ti purifica, ed è la vita stessa”.
Leggetelo, capirete e approfondirete le malsane sonorità mentali di un uomo che ha insegnato assolutamente suo malgrado, non volendo insegnare nulla. Un alienato geniale che baroni giornalisti, politici, accademici non capiranno neanche ora. Purtroppo per loro, anche questo è Giornalismo, con la G maiuscola e della miglior specie. Se si pensa che in Italia attualmente non si vendono neanche riviste specializzate di musica e nessun tributo viene riconosciuto a grandi “penne musicali”, c’è da rabbrividire!! Ma taluni eccellenti critici musicali continuano nella loro contro-cultura rock ad andare avanti. Provate a chiedere a quanti dei Signori che occupano i prestigiosi posti delle redazioni italiane conoscano Bangs, ancora oggi troppo scomodo parlare di musica in Italia…
Cameron Crowe ebbe l’ardire di inserire la figura di Lester Bangs ( interpretato magistralmente dal premio Oscar Philippe Seymour Hoffman ) in un suo eccellente e premiato film”Almost famous”, ve lo consiglio. Tuttavia, esorto a dare almeno un’occhiata a queste pagine vibranti, acide, abrasive , trasudanti rock, perché, gente, se la scrittura può essere un genere narrativo, nel migliore dei casi può essere anche un genere musicale, e, credetemi, questo è rock’n’roll per le vostre orecchie!!
Link: www.minimumfax.com
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