Di Filippo Focosi
La nascita di una nuova rivista culturale è sempre una buona notizia. Se poi la rivista è valida, coerente e innovativa, la notizia è ottima. Trovo che Drome sia moderatamente innovativa, decisamente coerente e abbastanza valida. Drome infatti si segnala per la scelta di un argomento specifico (nel numero in questione si tratta del cibo), il quale viene analizzato da diversi punti di vista: da quello musicale a quello delle arti figurative, dal filosofico al letterario. Ciò conferisce alla rivista una indubbia unità e coerenza e un certo grado di novità. Per quanto riguarda la validità dei punti di vista di volta in volta rappresentati, trovo particolarmente interessanti l’intervista al filosofo Tullio Gregory e alla Vegetable Orchestra (sebbene sulla reale portata artistica di quest’ultima nutro − tanto per rimanere in ambito gastronomico− dei seri dubbi), mentre le immagini artistiche presentate dalla rivista mi sembrano complessivamente poco ispirate e un po’ troppo angoscianti. Saluto quindi l’avvento di ‘Drome’ come una buona notizia: perché diventi ottima servono a mio avviso un briciolo di novità in più e un cambiamento nell’aspetto visivo.