(Gomma/Family Affair 2006)
Dopo una vita passata a re-impaccare con sitle i brani altrui (ultimi in ordine di banco mixer: Franz Ferdinand, Scissor Sisters, Mylo) e una nomea di dj/producer decisamente fuori dal comune il signor Insinna deve aver pensato che – se pecunia non olet – raccogliere un po’ del seminato non sarebbe stato davvero sintomo di maleducazione. Ecco quindi spiegato il gran srotolare di ospiti che ornano gli 11 brani (più una bonus track) di On. Ce n’è davvero per tutti i gusti, e se un certo Errol Alkan decide di prestare la voce (in Everybody) allora le orecchie vanno rizzate da subito. E a ragione, dacchè Headman schiaffa uno dei più bei dischi in bilico tra elettronica-e-chissà-cos’altro della stagione. Un limbo liquoroso che attraversa new wave al limite del dark (Do U Feel), p/funk (Suspect! Con Anthony Roman dei Radio4), electro (Roh, aiuta Stephan Dewaele dei Soulwax) e che spinge anche un po’ oltre le anguste frontiere digitali, come l’ottima Moisture dimostra (quasi dei RHCP sorpresi a declinare la loro formula punk/funk). Altre sorprese scaturiscono con i zampilli d’organetto e le aritmie memori di PigBag di Freedom Drums e con le indolenti quadriglie di Balearica (Matt Safer dei Rapture a trascinare le corde vocali). V’è anche il tormentone che potrebbe deflagrare le disco e le radio, si chiama Upstart, approccia i primevi Eurythmics e inquadra un lavoro assimilabile per efficacia e affinità elettive a quella meraviglia chiamata ‘The Double Gone Chapel’ di Andrew Weatherall e dei suoi Two Lone Swordsmen.
Voto: 9
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