The Organ ‘Grab that gun’

Di Valeria Frusciante

valeriafrusciante@yahoo.it

Quando è uscito ‘sto cd? In realtà mai, né in Italia né in Inghilterra. L’esordio delle canadesi The Organ, di nerovestite e naturalmente inclini alla drammaturgia sentimentale, risale a 2 anni fa ed è un disastro, forse perché volevano convincerci di: a) essere le sorelle minori di Rob Smith b) di essere eterosessuali. Il disco ha una gestazione difficile sin dall’inizio con le prime registrazioni prodotte da Kurt Dahle dei New Pornographers, al quale poco erano piaciute, più un video in rotazione. Era tutto stantio, derivativo e blablabla, e quella vecchia lenza di Dahle lo sapeva. Ma con il singolo Brother, le Organ escono definitivamente dall’anonimato. L’intro è un cameo di batterie 4/4 e loop di basso esile (e in carta carbone) di A Forest dei Cure, oppure Play for Today.. insomma fate voi. Le tracce Steve Smith, Sinking Hearts, Memorize the City sono disadorne, i giri di chitarra sono centellinati a morte e un tantino ossianici. Che bellezza. Tutto minimale, come volevamo che fosse. Love, love love è smorta e piuttosto debole senza sprechi di note e di parole. Ma Kelly Sketch compensa la piccola superficialità di certe liriche (di certo si interessa al concetto di contenuto dei testi quasi quanto Hanna e Barbera), con la sua voce da cigno nero, (indecentemente) simile a quella di Steven Morrissey, solo più alta di un’ottava. Come accade nella bellissima There Is Nothing I Can Do, dotata di una malinconia misurata ed economica che ricorda I know it’s over, e Sudden Death che farà prendere un colpo al succitato Morrissey casomai si trovasse ad ascoltarla in filodiffusione mentre fa la spesa. Queste cinque ragazze della porta accanto non sorridono nemmeno a pagarle e portano capelli cortissimi. ‘Grab that gun’ è un Bignami di  dark wave anni ’80  e un pò di oscura decadenza che farà sfracelli nelle camerette degli indie-rockers( mi ci metto anche io). Non si inventa nulla di nuovo, of course, semmai viene riproposto uno Spoon River musicale rodatissimo che brilla nel buio della decadenza. Ma questo non farà di loro delle starlette meno acclarate.

Links correlati:

http://www.theorgan.ca

www.ondarock.it

http://www.kalporz.com/recensioni/grabthatgun-organ.htm

www.debaser.it