(Young God Records/Goodfellas 2006)
Non ringrazieremo mai abbastanza Lisa per gli OP8 di qualche anno fa, side-project realizzato insieme ad Howe Gelb e Calexico.
In questo nuovo disco non c’è traccia di quel folk “sabbioso”, ma non significa che “In The Maybe World” non sia un altro buon disco per la cantautrice dell’Indiana. Lisa si è fatta e continua a farsi apprezzare per la sua cifra stilistica eterea e raffinata che pare ora assestarsi su un cantautorato rigorosissimo, quasi da camera, ma pregno allo stesso tempo di pathos. Le sue composizioni leggiadre sembrano vivere di un limpido equilibrio classico che giunge a lambire il puro formalismo senza mai toccarlo davvero. Incredibile Red thread (dove quel “fuck you” non è sembrata mai una parola così soave), ma anche le esili elegie di Except for the ghosts e Too much space, brillano di uno spessore non comune a tutti.
Meglio dell’ultima Isobell Campbell.
Voto: 7
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