Di Marco Paolucci
Jean Michel Basquiat è stato un grandissimo artista/meteora/stella che ha irradiato luce propria nel panorama artistico newyorchese degli anni ottanta, per un intervallo infinitesimale il cui brillare si propaga tuttora. Ha vissuto intensamente ed è soprattutto stato vissuto dai suoi soli ventotto anni e se ne è andato malamente per un’overdose di eroina. La vita/arte/essenza/esistenza viene ora raccontata nella meticolosa e puntuale biografia di Phoebe Hoban ottimamente tradotta da Tiziana Lo Porto che esce per l’agguerrita e interessante casa editrice Castelvecchi. Dagli esordi giovanili manifestati attraverso il tappezzamento dei muri della zona di Lower East Side con la sua firma SAMO, passando per i graffiti prodotti con i suoi amici e importanti writers del Downton, area/meltin pot meticolosamente descritto dall’autrice della biografia in ogni aspetto musicale, sociale esistenziale, attraverso le prime mostre, i primi riconoscimenti della critica americana fino ad arrivare al rapporto quasi simbiotico/artistico con Andy Warhol, ulteriore musa ispiratrice e ispirata da Samo stesso nella fase finale della sua carriera, ogni evento, azione, ogni mossa performativa artistica viene narrata con piglio deciso e con partecipazione documentatissima. Ma è anche inoltre la storia e le vicende dei galleristi americani più in voga nella New York tutta paillette e lustrini dei favolosi anni ottanta, che facevano e disfacevano a loro piacimento l’arte americana, controllavano e si contendevano a suon di dollari questo artista/oggetto capace di sfornare opere incredibili al ritmo allucinante, un dominicano capace all’apice della sua carriera di esporre nelle più importanti gallerie internazionali e di volare in concord ma di non riuscire a fermare un taxi a New York. Importante e avvincente documento/storia per capire il rapporto arte/vita/morte dell’oggetto celeste Basquiat.
Phoebe Hoban ‘Basquiat’
Editore Castelvecchi
www.castelvecchieditore.it
Costo euro 22,00