Her Noise

Alla ricerca di una nuova musica tutta al femminile.

 

 

 

 

 

 

 

di sergio eletto

elettosolare@yahoo.it

Alla ricerca di una nuova musica tutta al femminile. Spinti con tutto l’animo dentro una forsennata analisi di nuovi tratti estetici e soprattutto intimi che segnano e distinguono un universo musicale (contemporaneo e sperimentale) abitato unicamente dalle donne. Questi due piccoli spot potrebbero benissimo racchiudere una presentazione ideale di “Her Noise”: progetto-creatura sorto dalle menti rigorosamente femministe di Lina Dzuverovic e Anne Hilde Neset .

Ma cosa contiene… significa… esplora “Her Noise”?

Racchiudendo la sigla in questione, sotto poche e semplici parole, sarebbe sufficiente dire che incarna un evento realizzato – dal 10 novembre al 18 dicembre del 2005 – nei ‘paraggi’ di una galleria d’arte londinese in cui hanno preso vita cinque installazioni e dove era il pubblico a divenire parte integrante ed esecutore diretto dell’azione artistica. Chiaramente, come detto all’inizio, la programmazione ha previsto tutte performance ideate da un jet-set completamente femminile. Prima di citare i nomi delle fautrici, bisogna soffermarsi sulla figura di Kim Gordon che simbolizza un’altra delle menti principali di questo progetto. E’ stato fondamentale il suo incontro con Lina e Anne, affinché prendesse definitivamente piede l’iniziativa, ma anche perché il suo background (credo a tutti noto) ha contribuito ad avvolgere questa manifestazione con umori genuinamente punk-DYS.

E’ per merito dell’agenzia promotrice di (nuova) arte contemporanea Forma che viene stampato una specie di catalogo dell’evento; o meglio ancora un archivio di articoli in cui si narra e spiega la storia delle diverse installazioni, direttamente dalla voce delle protagoniste, ma dove parallelamente viene aperto uno squarcio riflessivo sul modo di percepire il suono, la nuova musica sperimentale, dalle donne… dalla loro innata sensualità.

Tutto ciò, affrontando un periodo abbastanza esteso e che apre una parabola discendente diretta dal movimento Fluxus, passata per le irruenze del punk e della No Wave, approdata ai giorni nostri nelle tendenze radicali dell’elettronica microwave e dell’improvvisazione.

Gli articoli vedono firme importanti, come quelle di Thurston Moore, Alan Licht, Rob Young, Louise Gray, Jan Avgikos, Christoph Cox, mentre le performance ed i concerti avuti a Londra hanno schiuso le porte sui nomi di Kim Gordon – in coppia con l’artista multimediale newyorkese Jutta Koether nella creazione di Renverse Karaoke – Emma Hedditch, Christina Kubisch, Kaffe Matthews, Hayley Newman e Marina Rosenfeld…

Ognuno di questi spettacoli si proponeva di studiare attentamente gli aspetti sociali e relazionali del pubblico presente e non solo. Tra parentesi, è utile a tal caso la lettura di A La Recherche D’une Musique Féminine di Christoph Cox dove vengono esposti diversi scambi di veduta in merito all’avanguardia del ‘900, messa a rapporto con la delicatezza femminile. Cox parla di alcuni corsi organizzati in prima persona sul tema che svolge dal lontano 1950.

Anche il breve saggio in apertura di Thurston Moore, Foreword, desta un notevole interesse: il deus ex machina dei Sonic Youth ricorda i motivi che hanno spinto lui e la consorte alla creazione di “Other Women”, un film-documentario dove si intervistano musiciste che gravitano attorno la composizione moderna, il rock sperimentale, l’improv jazz, l’elettro-acustica…

Vengono messe sotto al riflettore le voci ed i pensieri di Pauline Oliverosw, Ikue Mori, la stessa Kim riguardo Nadia Boulanger, la leggendaria musicista francese di teatro del ‘900. Moore nell’elogiare il ‘tocco di donna’ ricorda il suo primo bagliore avuto dall’ascolto del gruppo noise-rock dei primi ‘90 Universal Indians dove militavano due menti degli attuali e nichilisti Wolf Eyes, John Olson e Aaron Dilloway, insieme alla giovane Gretchen Gonzales. Ne traspare il fascino ricevuto dalla presenza della Gonzales con la chitarra, la quale anche a contatto con materiali sonori oltranzisti e impetuosi, associati per antonomasia al noise, riesce a scacciare dal suo mood il savoir-faire di una rosa… pungente ma mai privo di soave grazie.

Non si può negare, poi, l’aspetto politico o da movimento femminista che traspare dalle parole delle due creatrici, Lisa e Anne, che in Revaling Her Noise spiegano l’anima dell’evento e la sua nascita, nata con una serie smisurata di interviste filmate che si muovono per tutto il continente: passando dalla Oslo di Maja Ratkje, alla città del Messico di Teresa Margolles, dalla Tokyo ‘micro- silente’ di Sachiko M, alla grande america minimalista di Pauline Oliveros…

L’interesse di entrambe per il mondo artistico femminile parte già da molto tempo e precisamente si riallaccia a quando le due dedicarono infinito tempo alla pubblicazione di diverse riviste e video-intervista che circondavano e spiegavano i motivi di “Interference”: progetto che investigava il ‘female side’ dell’arte contemporanea a Londra e dintorni.

Di sicuro non sarò stato eccessivamente esauriente sulla descrizione delle singole installazioni, ma è sempre meglio avvicinarsi in prima persona alla lettura dettagliata del catalogo. Un po’ di sacrificio con la scrittura, tutta in inglese e si sarà catapultati dentro un mondo nuovo di altissima qualità che avrebbe fatto sorridere e commuovere un grande maestro del XX° secolo come John Cage.

Indirizzi utili:

www.hernoise.com

www.interference.tv

www.forma.org.uk