(New LM / Masterpiece /Alkemist Fanatix Europe 2005)
Dopo oltre una decade di attività ecco l’esordio dei mantovani Shw intitolato “Psychotheque”, undici brani di rock pop di stampo brit, infarcito di tastiere e con sprazzi di grunge e parenti posticci: certo si notano sin dal primo ascolto l’ottima coesione dell’insieme e la curatezza degli arrangiamenti, ma altrettanto facilmente emergono influenze e affinità spesso sopra le righe, prima tra tutte quella degli U2, specie nella voce e nelle linee e timbri di chitarra che ricalcano fedelmente quelle di Bono e The Edge (esemplari Epochal Babel e soprattutto l’iniziale Broken, che si sviluppa poi in un equilibrio tra il Liverpool sound di Echo & The Bunnymen e Teardrop Explodes depsichedelicizzati, e il tipico sound “grezzo ripulito” alla Creed e affini); a seguire vengono i Muse, con linee melodiche che spesso e volentieri richiamano alla mente la band di Bellamy: Hullabaloose, forte di insolite progressioni funk che riescono a farsi spazio tra elettroniche nebbie oniriche, e il breve ma elegante duetto di piano e voce di ADS (Ayrton Da Silva), dedicata al grande pilota scomparso nel ’94; per finire un qualcosa dei Pearl Jam, sempre nella voce: in Psychotheque e Sleepwalkers sembra davvero di ascoltare la voce di Vedder distesa su un morbido tappeto di grunge glacializzato da dosi abbondanti di tastiere.
Sono invece meno definibili a livello di influssi Beyond e Missing, in cui finalmente gli Shw suonano come gli Shw, e si può apprezzare il loro sound senza essere distratti e disturbati da fantasmi spesso troppo invadenti. Il problema, se di problema si tratta, è tutto qua.
Voto: 6
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Autore: alealeale82@yahoo.it