Di Alfio Castorina
K. Asano ‘Rabbit Room Reservation Center & Violin and Viola Suites 1-7’ (Solstice 2005)
Se uno parlando di Koji Asano dicesse che si tratta di un artista prolifico non riuscirebbe a rendere bene il concetto poiché qui siamo in presenza di un caso di vera e propria incontinenza creativa, apparentemente senza cura. Leggendo le note biografiche si scopre che è stata allegramente superata la quota di 40 opere discografiche, senza contare il coinvolgimento in musiche per film, installazioni d’arte, e un sito web che sforna in continuazione download gratuiti di brani inediti, newsletters e un variegato mailorder (cd, posters, partiture,…). Il personaggio, irrequieto anche dal punto di vista della semplice residenza fisica, muovendosi tra Barcellona, Tokyo e Londra, dovrebbe essere comunque abbastanza noto ai lettori di Kathodik essendo apparso più volte tra queste pagine anche se risulta pressoché impossibile collocarlo in maniera definitiva, e le due opere oggetto della recensione non fanno che sottolineare il concetto, in una categoria ben precisa. Suoni e temi sempre diversi fanno sì che tutto il lavoro di Asano appaia come un continuo work in progress sempre ben lontano dal raggiungimento di un ipotetico punto d’arrivo, il che sicuramente è una virtù per chi opera in territori musicali di confine. Se proprio vogliamo trovare una caratteristica costante è il carattere misterioso e sfuggente di gran parte delle musiche prodotte, che attingono alle fonti più disparate e dove spesso diventa difficile capire l’origine dei suoni proposti, e l’apparente semplicità e naturalezza. Questo è quanto accade in “Rabbit Room Reservation Center”, titolo enigmatico e, altra costante, splendida copertina a incorniciare tre lunghi brani elettroacustici (nel terzo brano è evidente la presenza di un pianoforte) droneggianti e ostinatamente noisy. Una sorta di studio sugli effetti della risonanza, grosse masse di suono che sembrano trascinarsi all’interno di enormi spazi vuoti finendo per collimare tra di loro formando occasionali e sfuggenti patterns ritmici. Spazio acustico completamente occupato, ed un effetto ipnotico, straniante e sfiancante al tempo stesso. Non qualcosa che ascolterei troppo spesso, anche per i non piacevoli effetti fisici (sconsigliatissime le cuffie), ma il fascino abbonda. Completamente diverso il contenuto di “Violin And Viola Suites”, lavoro in cui Asano appare nella sola veste di compositore essendo l’esecuzione affidata a Kumi Nakajima e Masashi Sasaki, rispettivamente al violino e alla viola. Impostazione rigorosa e classica per delle belle suites d’impostazione Bartokiana. Note e melodie perfattamente bilanciate tra asprezze e romanticismi, tra vigorose cavalcate e improvvisi arresti. Per certi versi un aspetto insolito dell’arte multiforme di Asano, ma ispirazioni classiche erano abbastanza visibili anche in altri lavori, e insolitamente piacevole all’ascolto. Attendiamoci di tutto nell’immediato futuro, forse questi cd sono già roba passata e nuovi titoli saranno apparsi come funghi sul sito di Koji.
Voto 7
http://www.kojiasano.com