“Giro giro tondo, casca il mondo…”
Romanzo d’esordio del torinese Giuseppe Culicchia (classe 1965, già comparso sul terzo volume del progetto Under 25, “Papergang”, del 1990), forse noto ai più per la trasposizione cinematografica del ’97, con la regia di Davide Ferrario e protagonista Valerio Mastandrea.
“Tutti giù per terra” narra le vicende di Walter, vent’anni e poco più, giovane sognatore incapace di trovare un senso concreto alla propria vita, disgustato dalle tendenze generali dei suoi coetanei (sia dalla bella vita fatta di discoteche, droghe, belle macchine e vestiti firmati, sia dall’iperpoliticizzazione di sinistra, spesso solo una copertura di facciata, in cui l’identità del singolo si perde nella Volontà del Movimento) e oppresso dalle insistenze del padre operaio, che non sopporta di vederlo oziare immerso tra libri e dischi, tutte cazzate secondo lui, e spera per il figlio una ” bella carriera” come commerciante o in fabbrica.
E travolto da questa baraonda a lui del tutto estranea, Walter, nonostante le sue difficoltà a relazionarsi con la gente (pochi amici, poche conoscenze, solo una zia con la quale riesce a sfogarsi completamente), cerca sì di trovare uno scopo nella vita che lo soddisfi, ma tutto invano, a partire dall’iscrizione alla facoltà di filosofia: un mondo che delude tutte le sue aspettative, fatto di giovani rampolli di famiglia col portafoglio sempre pieno (lui che è costretto a mangiarsi i panini fatti in casa dalla mamma) e di professori stronzi che non cercano altro che venderti i libri da loro scritti, condizione necessaria per la promozione; contemporaneamente, per evitare di fare il militare (lui che non ha ancora superato nemmeno un esame), Walter opta per il servizio civile e finisce al CANE, ovvero il centro assistenza nomadi ed extracomunitari: non sono tanto questi a dargli noie, quanto il suo datore di lavoro chiamato Lupo (…), frustrato dal lavoro e maniaco delle fotocopie, e le maestre delle scuole elementari con le loro continue telefonate per lamentarsi dei bambini stranieri a scuola.
E alla fine, dopo quotidiane disavventure di ogni tipo, Walter diventa un commesso, il lavoro per lui più umiliante e degradante, costretto a guardare la gente che passeggia per strada da dietro un vetro, come un animale in gabbia.
Nonostante l’aspetto caricaturale dei numerosi personaggi che il protagonista incrocia nel suo cammino, “Tutti giù per terra” è uno dei migliori resoconti scritti sul disagio giovanile degli ultimi vent’anni, capace di affrontare una moltitudine di problemi e di renderne partecipe il lettore pur senza scavare in profondità, senza impantanarsi in discorsi complessi o pretestuose analisi psicologiche; un linguaggio semplicissimo e lineare, che punta spesso su un amaro umorismo, sulla battuta ad effetto alla fine del paragrafo che fa sorridere ma anche provare compassione, ed una fitta suddivisione del testo in brevi paragrafi fanno sì che “Tutti giù per terra” possa essere, o meglio si faccia leggere tutto d’un fiato.
Stupisce poi come la storia, ambientata nella seconda metà degli anni ottanta, risulti assolutamente attuale tuttora, segno forse che di passi in avanti non se ne sono fatti poi molti: discoteca università politica famiglia carriera amore sesso, stesse difficoltà e minime differenze.
E una volta tanto anche il film tratto dal libro non è niente male, capace di rendere al meglio lo spirito del libro di Culicchia e il pessimismo cronico del protagonista e non solo di seguire pedissequamente la successione dei fatti così come riportati sulla pagina.
Le avventure di Walter proseguono poi col successivo Paso Doble (1995), libro divertente ed altrettanto agrodolce, ma non all’altezza di questo ottimo esordio.
BIBLIOGRAFIA DI GIUSEPPE CULICCHIA
AA.VV. – Papergang, Under 25 Vol. 3 (1990)
Tutti giù per terra (1994)
Paso Doble (1995)
Bla Bla Bla (1997)
Ambarabà (2000)
A spasso con Anselm (2001)
Liberi tutti, quasi (2002)
Il paese delle meraviglie (2004)