(Pfmentum 2006)
Il precedente “Bedouin Hornbook” tutto sommato ci era
piaciuto.
Era opera fortemente appesantita, densa di eccessi espositivi,
forme barocche spesso discutibili ed una carica ironica sottile a
lasciarti una bocca buona.
Ora questo “Heavenly Breackfast” ci riporta a parlare
del batterista di L.A. Rich West;
e di nuovo son gioie e dolori.
Ogni brano di questo suo nuovo lavoro
vive di repentine fasi di attrazione/repulsione davvero notevoli, A
Performer’s Objective Is To Put Everyone To Sleep ne
è ottimo esempio, attacco tutto mossettine paracule da
evitare come la peste e; centro del brano (ottimo!) sottilmente avant
con gli strumenti cristallizzati nel proprio giusto equilibrio.
Colto fino
all’eccesso, il linguaggio di West
mastica idiomi con dedizione onnivora ammirevole ma
(spesso) noiosa, si divertono loro; noi (talvolta) di meno.
Viaggio nomade, atmosfere filmiche, classiche (Stravinsky?),
progressioni ritmiche da incorniciare, funk, strappi free; qualcosa
che mi sfugge.
Un briciolo di elettronica, suonato con maestria al limite della
fusion; si nasconde e
non ti dice come si chiama.
Confonde e stupisce ma, (anche);
confonde e basta.
La poltiglia free di Le Petomane che
sfocia nell’incesto funk chimicamente alterato (spero) di Detritus
Or Treasures, che a sua volta si scioglie in qualcos’altro;
siete bravissimi ok!
Rich
West (drums, accordion), Bruce Friedman (trumpet), Lynn
Johnston (sax, clarinet), Emily Beezhold (electric piano,
Korg MS 2000 synthesizer) e Dan Krimm (electric bass).
Loro sono i responsabili, musicisti serissimi impegnati in furiosi
duetti, i fraseggi nervosi della ritmica, le sciabolate dei fiati, le
linee pianistiche complesse ed intreccia dita; la perfezione
per molti.
L’ironia sembra essere
però scomparsa.
La polvere può
ricoprirlo nel giro di breve tempo.
Da
prestare almeno un ascolto prima dell’acquisto.
Voto: 5
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