( Wallace Records/Audioglobe 2005)
Gli Enfance Rouge sono uno di quei piccoli capitali musicali nostrani che l’Italia (si lo so Cambusat è francese, ma sta in Puglia da anni, nun ce rompete!!) non apprezza come dovrebbe, affetta da quell’inguaribile esterofilia che ci conduce ad importare ciofeche straniere a qualsiasi livello di produzione, e ci impedisce di cercare nei nostri territori. In giro da almeno 15 anni, con un’esperienza degna dei migliori musicisti sulla piazza, il gruppo di cui oggi si elucubra è mago nella gestione delle atmosfere musicali. Varie, diverse e commistionate fra loro, fa si che l’ascoltatore non si annoi mai. Un disco che trasmette nettamente la sensazione del viaggio, come fin dal titolo, “Krsko-Valencia”, si evince chiaramente. Viaggio sonoro, come già detto, ma anche geografico, filmico. Si passa da impatti acustici forti e taglienti, come in Iparalde, ad atmosfere più rarefatte come Kerosene. Dentro ci trovi un po’ di tutto. Dal noise, al post-rock agli chanzonnier francesi, come in Chapelle Du Sauvage. Il tutto fatto con estrema originalità e personalità. Un disco bello, delicato e diretto ad un tempo. Sarà il largo uso del francese, l’accostamento della lingua d’oltralpe con sonorità prettamente anglosassoni, ma tutto questo suona nuovo, fresco. Nonostante la prevalenza di suoni cupi, criptici, pesantemente chitarristici a volte, come in Barrio Chino. Stesso discorso per le parti ritmiche, che passano velocemente da tamburi pressanti ad una totale assenza della batteria. L’importanza dei vuoti e dei pieni. Gli Enfance dimostrano di essere, oltre che un gruppo live straordinario, un nucleo che sa ben usare la sala d’incisione, senza perdere quel quid espressivo che essa offre in più. Un gran bel disco.
Voto: 8
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Autore: emmenne76@tele2.it