Giovedì 21 Settembre ’06
MAATH – ANOFELE
ROBERTO BELLATALLA – JAMILIA JAZYLBEKOVA
di sergio eletto
Scatole Sonore riapre i battenti per una nuova stagione ricca di concerti* e lo fa cominciando con una serata ad alta intensità, sospesa tra i richiami elettro-acustici / drones del duo Maath-Anofele e i timbri contemporanei-acustici di Roberto Bellatalla e Jamilia Jazylbekova.
Attraverso Kathodik seguiremo attentamente le fasi ‘evolutive’ di questo vero e proprio movimento artistico-musicale, anticonformista e indipendente. Saranno redatti, ad ogni serata organizzata, dei report che tenteranno di descrivere dettagliatamente le varie serate organizzate nell’intera rassegna.
Scatole Sonore (Manifestazione Enzimi/Evento OSI)
Giovedì 21 Settembre ’06
MAATH – ANOFELE
ROBERTO BELLATALLA – JAMILIA JAZYLBEKOVA
Atto Primo:
Anofele e Maath
Il duo tra Anofele e Maath elabora e ritaglia dinanzi al pubblico uno squarcio esteso di emozioni, egli spiana dinanzi a sé un magma di rumore con cura certosina: un vero e proprio lungometraggio sonoro-ipnotico, costruito senza alcuna fretta, dove le soluzioni si accavallano, l’una con l’altra, seguendo un’intrinseca spontaneità.
Una conoscenza della materia composta – alla soglia dell’- impeccabile, quella che i due performer sfoderano, redigendo e interpretando – personalmente – un itinerario denso di complessità, in cui l’ambiente circostante si satura all’istante degli eccellenti ‘gusti’ sonoro-musicali che hanno accompagnano da sempre entrambi nella (PROPRIA) ricerca musicale.
Un tappeto ricamato di spessore in spessore, una suite che scrive ed evolve nella sua storia continuamente, in modo strettamente minimalista, mutando radicalmente gli umori dell’inizio, a base di infiltrazioni elettroniche opache, da quelli finali, inflitti all’esterno con maggior sostanza, volume e, perché no, aggressività.
Ciò che domina incontrastato e costante per tutti i 60 minuti circa della performance è il clima crepuscolare, caro egualmente ad Anofele quanto a Maath. La chitarra, o meglio le sensibili corde di quest’ultimo, sono dapprima accarezzate/pizzicate con parsimonia per divenire poi materia organica ‘costante’, come vibranti drones di marca neo minimalista; in Maath, difatti, celano non pochi ricordi della scuola americana di casa Cold Blue e di maestri, quali Chass Smith e Larry Polansky, senza togliere, però, il concentrato originale e intrinseco racchiuso nella/dalla poetica dell’artista capitolino.
Si insinua nell’orecchio un’altra compagna (ideale e perfetta) che, come un flash drogato, spazia per tutto il tragitto: una voce dal sapore lontano e lirico – probabilmente campionata dall’Anofele – che emana i suoi gridi misteriosi e sognanti, camuffati da sfumature elettroniche, in vari anfratti del brano.
Atto secondo:
Roberto Bellatalla e Jamilia Jazylbekova
Giunge il momento del duo tra il contrabbassista Roberto Bellatalla e Jamilia Jazylbekova, presente all’occasione in veste di sola cantante. In realtà la Jazylbekova è una compositrice-musicista a tutto tondo, originaria del Cazachistan e con una conoscenza approfondita del flauto traverso e del pianoforte. Diretta da anni nei territori (iper) colti della musica contemporanea ‘classica’ (Luciano Berio, Luigi Nono…) l’anima di Jamilia si incontrerà in un ‘tortuoso’ dialogo con il tocco improvvisato e notturno di Bellatalla: esponente di spicco, dagli anni’70 in poi, della scuola free-jazz romana e non.
Ad un primo impatto non sono rimasto colpito molto dalla voce della Jazylbekova. Erroneamente ho avvicinato eccessivamente – e con un automatismo non certo giustificabile – le ‘scorribande’ improv alla voce di Jamilia con i vocalizzi estremi di Diamanda Galas.
Invece, nella compositrice permea una certa classicità, un sapore che difficilmente si riesce a descrivere con parole semplici; impossibile razionalizzare quel tocco di (latente) delicatezza che si sprigiona dallo stomaco della performer, anche quando tocca le vette più alte di un espressione estrema, frammentata, libera ed anarchica, à la maniera di un ‘vecchio’ Phil Milton.
La nostra si diverte a guizzare la voce come un corpo – apparentemente – impazzito ed incontrollabile. Lamenti, scatti repentini, giochi di/da gola ‘strozzata’ lacerano come un bisturi orecchie incredule e prese continuamente allo sbaraglio da improvvise e avventurose entrate della cantante.
Bellatalla offre un saggio completo della sua (personale) verve al contrabbasso. Panoramica ampia e completa, quindi, che attinge forza ed espressione da solide basi avant-jazz…
Il contatto fisico tra lui e lo strumento è ‘pieno’, totale, simbioti: avviene mediante tecniche differenti, sia attraverso l’uso dell’archetto – che fa cigolare le corde in modo magnifico – sia attraverso una variopinta gamma di pizzicati, naif e convulsi.
Atto Finale:
L’improvvisazione collettiva
Ecco sopraggiungere lo scontro finale, l’ultimo capitolo, quello più importante, ove le distinte realtà che abbiamo apprezzato durante la serata, uniscono le loro forze e idee.
Osserviamo, dunque, prendere forma un combo, un ibrido in cui galleggiano i richiami elettro-acustici del duo Anofele/Maath e l’impronta colta della coppia Bellatalla/Jazylbekova.
Astrazione, concetto di libertà dei movimenti (sciolti e spontanei) ai massimi livelli, un’ambientazione onirica (gli armonici/pizzicati delle corde di Roberto) e una maggiore estensione verso l’estremo della voce di Jamilia sono i punti di maggior rilievo, scorti attraverso l’improvvisazione collettiva. L’elettronica è aspra ed oscura: mostra il suo lato più nero e fobico, quello industrial e ‘cyborg’ di Maath e Anofele che lancia alla fine una sequenza ‘cruda’ di frequenze sinusoidali alla soglia con il rumore bianco.
White noise, puro e incontrollato, a braccetto con fiabeschi canti di un carillon.
Ps: ricordo che questa prima serata si è svolta, a differenza delle prossime che vedranno tornare alla scena il Rialtsantambrogio, all’interno dei locali di Disfunzioni Musicali a Roma, perché è stata presentata all’interno della manifestazione Enzimi/Evento OSI.
Le foto della serata sono di Giordano Giorgi
* è possibile consultare l’elenco, in continuo aggiornamento, delle serate di Scatole Sonore sul front-page di Kathodik
Anofele e Maath
Roberto Bellatalla e Jamilia Jazylbekova
L’improvvisazione collettiva