Bilk ‘This Bilk is Radioactive’

(Moonlee Records 2006)

(Venendo subito al dunque) i Bilk sono tre ragazzi di Zagabria che si divertono a mischiare: dub, funk, lounge, dance, drum’n’bass, reggae, indie, post-rock, e che suonano con un’attitudine che sta a metà strada tra quella di un combo jazz e quella di un gruppo punk. Mischiando questi elementi viene fuori qualcosa di indubbiamente originale.
Impossibile non farsi ammaliare dal suono dei Bilk e, soprattutto, impossibile rimanere fermi e impenetrabili quando il loro ritmo entra dentro le orecchie.
Si parte con la drum’n’bass “suonata” (ma contaminata da ritmi tribali, tastierina spaziale, basso punk-funk e schitarrate prog-psychedeliche) di Beyoncè : manifesto – biglietto da visita della band croata, per poi rilassarsi con lo sciabordare delle onde del mare, sottofondo iniziale della cavalcata electronic-funk-indie Sunchano. Pezzi che prendono subito al primo ascolto ma che resistono bene anche dopo parecchi lavaggi …ehm ascolti, ascolti. Pezzi pluri-contaminati, iper-ballabili, dominati da un basso fantas(t)i(c)oso. Sentitevi il reggae di Gone to Texas come s’innamora della d’n’b per poi copulare in un’alcova jazz che poi si trasforma in un’astronave che atterra in uno spaghetti-western (ok la smetto coi trip – nda). Sentite la meravigliosa Terminator (forse la più “riempipista” del lotto) ovvero la drum’n’bass come la concepirebbero i Kraftwerk in un sogno dei Trans Am. C’è tempo anche per un cocktail malinconico (Bloody Bill Anderson) e per un hit d’n’b, perfetto per una discoteca per androidi (R2D2).
In conclusione direi: un esordio magnifico, speriamo di poterli vedere in tour in Italia presto e speriamo arrivino altre belle novità come queste dall’Est Europa.
PS
Avendo avuto la fortuna di vederli dal vivo al KUD di Lubiana (come dire un “centro sociale statale”, roba che da noi possiamo solo sognare..), se ne conferma la validità anche sopra il palco.

Voto: 9

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