(Seahorse Records/Goodfellas/Fridge 2006)
La malinconia dell’indie rock incastonata in strutture post. Con questa frase potrebbe essere riassunto “Dada Danzè”, disco d’esordio degli El Ghor, quartetto composto da Luigi Cozzolino (voce, chitarre), Luca Marino (chitarre), Ilaria Verdiana Scarico (Basso) e Francesco Simeone (batteria).
Brani come Sans Lumière, Algore, Rugiada e Sipario testimoniano l’amore della band per atmosfere malinconiche che si strutturano in architetture complesse, con le chitarre che ora ammiccano ai Cure (Algore), ora si fanno più brucianti (In Segreto Alla Patria) ed ora virano verso il noise (Un’Altra Vita). Una spruzzata di elettronica qua e la, qualche spunto jazz (Sans Logique, in francese), un canto il più delle volte strascicato e sofferto, sicuramente mai sopra le righe, ed il gioco è fatto, i dieci pezzi filano (quasi) tutti lisci come l’olio.
Ma, c’è un ma: la lunghezza. I brani sono tutti sopra i quattro minuti; moltiplicato per dieci, otteniamo oltre quaranta primi di durata complessiva – troppo per un disco del genere, in cui non ci sono grossi sconvolgimenti tra una traccia e l’altra e le idee, gira e rigira, son sempre quelle (per quanto, poi, ben realizzate). Qualche traccia in meno, e “Dada Danzè” sarebbe stato un disco ottimo; così il quartetto, invece, dovrà accontentarsi di una valutazione un tantino meno positiva. Per il prossimo capitolo, si spera nell’esercizio di una maggiore sintesi.
Voto: 6
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