(Homesleep/Audioglobe 2006)
E’ pur vero che l’attesa è stata inframezzata dell’e.p. “Take me with you when you go” (che in sé, con le sue sette tracce, quasi quasi assomigliava ad un album), tuttavia tre anni senza una vera e propria prova sulla lunga distanza dei Sodastream sono davvero tanti.
Al 2003 risaliva infatti il precedente, incantevole, “A minor revival”, al quale ora i Nostri danno finalmente un seguito con ”Reservations”, uscito nel Paese d’origine qualche mese addietro su Trifetka e ora licenziato in Italia dalla sempre attenta Homesleep.
Fin dalle prime note, la vibrante semplicità di Karl Smith e Pete Cohen torna a riscaldare i nostri cuori. Il duetto chitarra acustica/basso si arricchisce, di canzone in canzone, di un tocco discreto e mai invadente ora di fiati, ora di archi, ora di pianoforte, mentre la voce di Karl Smith canta versi il cui contenuto si colloca a metà strada tra storytelling e timide, disilluse riflessioni sulla vita, il passare del tempo, gli affetti e le piccole cose di ogni giorno.
Con il loro pop schietto e disincantato, i Nostri rivolgono, senza rassegnazione, uno sguardo tenero ed umile al corso degli eventi, accettando di buon grado l’ironia beffarda che talora questo ci riserva e immortalando l’amarezza che ce ne viene con piccoli schizzi di quotidianità nei quali, nonostante tutto, il buio non ha mai il sopravvento e la speranza non viene mai meno.
Quanti già conoscono i Sodastream ritroveranno senz’altro in “Reservations” tutto ciò che li ha indotti ad innamorarsi della loro musica. Per chi ancora non ha scoperto questo strepitoso duo australiano, questo nuovo album rappresenta un’occasione, da non lasciarsi sfuggire, per scoprire e cominciare ad apprezzare, il loro talento raro e prezioso.
Voto: 8
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Autore: a.crestani@yahoo.com