(Pulver & Asche Records 2005)
Soft Black Star sembra evocare, né più né meno, il nome di un gruppo composto da più persone, piuttosto che svelare l’entità di una mente sola, ovvero Luca Viviani da Ligornetto, un piccolo centro nei pressi del Canton Ticino.
Affatto preoccupato dell’intraprendere un simile ‘viaggio’ totalmente isolato, S.B.S. costruisce e ci regala – è proprio il caso di dirlo – un piccolo/grande gioiello costruito sotto i migliori influssi della musica concreta/elettro-acustica/contemporanea. Il nostro si sbizzarrisce in fatto di fantasia nell’elaborare i propri pezzi – 4 per quanto riguarda “Geneva in Neve” – mediante l’impiego alternato/combinato di chitarre – acustiche – radio, piano, fisarmonica, banjo, vinili, voce…
Bisogna sottolineare con importanza la forte connotazione acustica che fuoriesce all’ascolto. Anche quando l’amalgama dei suoni creati, viene innalzato tramite oggetti quali radio e giradischi, facili da avvicinare ad una dimensione elettro-acustica più estremista, il mood ricavato per la bisogna ottiene comunque un sentito e convinto sapore acustico… decisamente artigianale, low-fi, grezzo e privo di qualunque orpello elettronico/digitale/moderno.
Vi è l’odore di un tempo dimenticato, la messa in campo di strumenti ‘lontani’ come il banjo non può schivare alle orecchie l’arrivo di una cartolina luminosa e nostalgica, recante brumosi retrogusti folk.
Soft Black Star dà l’idea di voler ripercorrere, con proprio gusto, ciò che agli albori degli anni ’90, due ‘loschi signori’ come Jim O’Rourke e David Grubbs avevano scrupolosamente dipinto nei Gastr Del Sol: folk, minimalismo, contemporanea, improvvisazione….
Soft Black Star, inoltre, conduce al titolo di un disco del ’98 dei Current 93 (“Soft Black Stars per l’esattezza) dove David Tibet cominciò ad abbracciare un altro tipo di umore, sempre oscuro, ma distaccato dalle tenebrose prove indutrial-esoteric sin’ora forgiate…
Il menestrello del folk apocalittico tinse un disco avvalendosi unicamente dell’uso di voce e piano… triste, delicato, maledettamente intimo come in buona parte “Geneva in Neve” si svela a noi, anche se gli ingredienti adoperati sono ben maggiori.
PS: questo cd, uscito tra l’altro sotto licenza Creative Commons, non gode di una distribuzione ufficiale e vasta, ragion per cui è meglio contattare il diretto interessato per qualsiasi tipo di informazione e ordine.
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genevainneve@hotmail.com
Voto: 8
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