Odot Lamm ‘Monolith’

(Active Suspension/Risonanza Magnetica 2006)

Partorito non senza difficoltà negli studi parigini Tire Slashers, il terzo album di Odot Lamm altro non è che un modesto esercizio di stile, con un occhio di riguardo però alla ballabilità (buona) che offrono le dodici tracce. Di sicuro non ci si aspettava un tale seguito al precedente “Hello Spiral” , a suo tempo permeato da atmosfere electro-pop (qui presenti nella sola Silviphoebia) ; già, perché “Monolith” risulta essere la sua controparte technoide. Prendete Miss Kittin’ e aggiungetele una forte componente ludica. Fatto? Ecco, ora avrete in mente, grosso modo, l’attitudine che forgia i dodici brani. Vocine impazzite, broken beats, miriadi di suoni mutuati da un gameboy (compreso il riffone di Return of The Night Goat, direttamente da casa Melvins) e quant’altro. Una techno stemperata (e quindi più accessibile a fruitori non abituali) a fare da filo conduttore alla dozzina di composizioni, che accolgono anche diverse palesi influenze: dalla squarepusheriana Genius Boy, passando per gli archi campionati in The Macguffin e Syllabus of Errors (AFX docet) , sino a giungere ai magnetici sprazzi electro-funk di Open Malice e City of Julie. Insomma, una colonna sonora degna di una serata all’insegna dell’having fun. Nulla di più ma soprattutto, ed è la cosa più importante, nulla di meno

Voto: 7

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