(Anomolo 2006)
Ci sono casi in cui un’opera che ha tutte le carte in regola per risultare un capolavoro, fallisca miseramente l’obbiettivo e finisca col riempire il contenitore, già stracolmo, delle realizzazioni di livello medio(cre). Accade con i libri, con i film e con i dischi. E’ accaduto con questo “Borgoapocalisse” dei Luxluna.
Dunque, tanto per cominciare: Luxluna è il nome dietro cui si celano Marco (voce, chitarra, tastiere) e Paolo Fagotti (piano, tastiere), Alessandro Nardi (basso, tastiere, chitarra) e Archelao Macrillò (batteria, percussioni), tutti provenienti da Ancona. Il progetto risale alla metà degli anni ’90 e produce, nel 2002, un disco, “Transfert”, pubblicato per l’Anomolo, in occasione dell’inaugurazione dell’etichetta. Come il precedente ‘Io Ricordo Tutto’, anche “Borgoapocalisse” è un concept album. Le dieci canzoni che compongono il disco, infatti, raccontano delle vicende di altrettanti personaggi che popolano l’immaginario Borgoapocalisse, “un paese abitato da persone comuni intente a fare cose comuni, a condurre il più in là possibile la propria vita”, come recita il prologo contenuto nel libretto allegato al CD – dimostrazione ulteriore delle pretese alte, quasi letterarie, del disco.
E così i testi di Marco Fagotti raccontano di prostitute rumene (Bambolina), spazzini-filosofi (Kant), consumatori ammalati di shopping (Astinenza), vigili urbani in crisi d’identità (Fuggitivo), sindaci spremicontribuenti (Le Campane Nuove), adolescenti innamorati degli SMS ( 🙂) e maghe ruspanti (Maria Dell’Apocalisse). Il sottofondo musicale – se così lo si può definire – spazia dalle sonorità baltiche (Bambolina) al punk-funk ( Il Torto E La Ragione), passando per il tango (Fuggitivo) ed il folk (Maria Dell’Apocalisse); l’aspetto più marcatamente sperimentale dell’operazione è ben esemplificato, invece, dallo strumentale Zappertic, in cui un flusso televisivo sconnesso si innesta su un delicato ricamo classicheggiante di piano, squassato poi da un beat elettronico.
Ricapitolando: impegno, eclettismo e sperimentazione. Eppure…
Eppure c’è qualcosa che non va. Difficile dire cosa sia, fatto sta che il disco non appassiona, non trascina, non riesce proprio ad infiammare. Fagotti ed i suoi ce la mettono tutta per dimostrare di essere bravi ed intelligenti, ma alla fine non conquistano – un po’ come i primi della classe che studiano e prendono otto, ma non hanno genio, solo volontà e buona memoria e che sono decisamente meno simpatici del cialtrone che, se si applicasse un po’, prenderebbe tutti nove.
Decisamente, insomma, non siamo al cospetto dei Cccp, dei Massimo Volume o degli Offlaga Disco Pax: ci troviamo invece di fronte ad un buon gruppo con buone potenzialità, ma incapace, per un motivo o per l’altro, di far suo il cuore dello spettatore o di colpirlo allo stomaco. Il voto sufficiente, perciò, è sulla fiducia, in attesa che il prossimo disco sciolga definitivamente il mistero e ci faccia capire se la musica dei Luxluna valga la pena o no di essere ascoltata.
Voto: 6
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