(Autoproduzione 2006)
Eravamo già a conoscenza delle belle realtà musicali targate Pesaro e provincia, leggi Altro Edible Woman Sprinzi
Slight…, ma per chi avesse ancora qualche dubbio ecco, bello fresco, l’esordio dei Kamish, ep autoprodotto
di cinque tracce: una miscela perfetta di rock’n’roll stradaiolo, punk funk, neo garage e reminiscenze wave, grezzo e
ruvido come cartavetrata, ma all’occorrenza pronto ad abbindarsi come una puttana di grande città.
Rigorosamente sotto i tre minuti a canzone (piccola eccezione la conclusiva From father to son, sorta di Franz
Ferdinand post-sbornia e senza make-up), i Kamish piazzano una cinquina veramente efficace, densa di chitarre
distorte e muscolose (l’iniziale title-track), cantato stridulo e isterico che un pò ricorda il primissimo Lydon,
ritmiche semplici ed efficaci, qui caotiche (sempre Gold Shower), lì quadrate e scandite al metronomo (At the
market, che fa vagamente pensare ai Red Worms Farm, e Dog, la più contagiata dal new wave revival). E
sanno come farti muovere, sono sufficienti i due minuti e briciole di Too clever, r’n’r danzereccio trafitto da
schegge di blues e farcito di fango e follia, vero gioiellino.
Influenze e somiglianze ci si scriverebbero libri, a partire da Hives e White Stripes per arrivare ai
nostrani Hot Gossip… insomma niente di nuovo, la solita formula, bla bla bla bla bla…: disco perfetto, brani
molotov, tanto divertimento e tanto rock’n’roll. Quindi. Grandi Kamish, spaccate. E Pesaro continua a sfornare…
Voto: 8
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Autore: alealeale82@yahoo.it