(Casket Music 2006)
I Sandstone sono un quartetto nordirlandese che mescola power-pop e prog metal con risultati (stando a questo “Tides Of Opinion”) per nulla disprezzabili. Capitanata dal cantante Sean McBay (una sorta di Brian Molko in salsa irish) e guidata dalla chitarra maschia di Steve McLaughlin, la band centra perfettamente quello che si suppone fosse il suo obbiettivo principale: regalare dodici pezzi piacevoli all’ascolto, melodici quanto basta a fare presa sul grande pubblico e aspri e articolati quel pizzico necessario a non apparire (troppo) commerciali. La scrittura delle tracce è datata 2004; strano che ai Sandstone ci siano voluti due anni per trovare un’etichetta che li mettesse sotto contratto.
Il disco si apre con il prog-metal di America, manifesto politico contro l’imperialismo USA (provate ad indovinare di chi è la voce campionata all’inizio del brano…), a cui seguono la ballad epica di So Pretty e Sometime Soon, che strizza l’occhio all’hard-rock/metal degli anni ’80, ma senza perdere di vista ne’ il pop ne’ le strutture arty.
L’angoscia di Just Forget è infiocchettata dall’ottimo lavoro di McLaughlin alla chitarra; Unbroken, volenti o nolenti, qualche brivido lo strappa. Namesil è invece costruita su un possente riff hard rock à la Led Zeppelin che poi vira verso il pop nel ritornello. Gli anni ’80 fanno capolino ancora in Nothing New. Couldabeen, col suo refrain trascinante e l’arabeggiante Children Of The Jhiad (ancora campionamenti vocali, questa volta sia nella parte iniziale che finale del pezzo…), chiudono “Tides Of Opinion”, disco d’esordio dei Sandstone.
Disco onesto, disco suonato con discreta perizia (pulita e precisa la sezione ritmica, volteggiante ed energica la chitarra solista), disco divertente – il che, a dispetto di certe pose insinceramente intellettuali che affliggono recentemente il rock, vale molto più di quanto non si pensi…
Voto: 7
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