(Lizard Records 2006)
Ottimo questo esordio dei MoRkObOt. Ottimo perché mescola con sapienza una quantità sterminata di spunti sonori con originalità, senza concedere nulla alle orecchie dell’ascoltatore. Del resto, che questo non potesse che essere un disco difficile risulta abbastanza evidente dalla biografia della band: Lin, Lan e Len dicono di chiamarsi i tre componenti della band, e soprattutto dichiarano di provenire da una lontanissima galassia.
Quale che sia la reale identità dei tre (eccentrici) membri della line-up, la loro musica è un complicato puzzle sonoro le cui tessere sono lo space-rock degli Hawkwind, lo stoner dei Queens Of The Stone Age, il noise dei Sonic Youth, l’alt-metal dei Tool e quello classico dei loro progenitori, i Black Sabbath, e certe eccentricità à la Primus. Il risultato è una colata incandescente di chitarre iper-distorte (Arachidog), atmosfere tese ed agghiaccianti, degne di un film horror (The Mechanical Birth Of MoRkObOt Sons, The Mechanical Growth And Cannibal Death), lunghe digressioni psichedeliche (i sette minuti e passa di A Nightwalk On No Ground) e deliranti cacofonie free-form (la lunghissima – un quarto d’ora – e conclusiva Modulock).
Il tutto orchestrato con mano sapiente dai nostri tre “alieni”, con una padronanza del linguaggio, una espressività ed una coerenza dell’insieme abbastanza difficili da trovare in un disco d’esordio. L’augurio è che continuino così, perché se questo è il primo passo, possono solo fare peggio.
Voto: 8
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