(Discos Antidoto/Alkemist Fanatix Europe 2006)
Magda Angelica è una songwriter guatemalteca affascinata dalla musica di Kate Bush ed Enya. “Tejedora de Sueños”, terzo capitolo della sua discografia, è la logica conseguenza di questi ascolti: dieci brani all’insegna di un elettronica di stampo new age con chiare influenze etniche. Detto altrimenti: una gran noia. E sì, perché Magda Angelica non propone nulla di nuovo: si limita a riciclare spunti triti e ritriti, sfiorando, in alcuni casi, l’autoparodia.
Pezzi come El Hada, Colibrì Azul, Vanita, Tejedora scorrono via senza lasciare traccia, penalizzate anche da arrangiamenti a tratti pesanti (Mujer Jaguar) e comunque monotoni. Non mancano tentativi più sperimentali (le armonie vocali di B’eleje B’Atz, ad esempio), ma si tratta di cosucce. Non c’è nulla che riesca ad imprimersi nella memoria dell’ascoltatore, niente che arrivi a toccargli l’anima. Un grave peccato questo, per un disco che ambisce a fare della spiritualità il suo tratto caratteristico.
A chi potrà piacere? A chi alla musica chiede suggestioni da pochi spiccioli, a quelli che considerano l’arte dei suoni “sottofondo”, ai seguaci dello spiritualismo new age ed altre categorie umane simili. Tutti gli altri si tengano alla larga: i venti euro del costo del cd è meglio impiegarli altrove.
Voto: 3
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