(Jestrai 2006)
Dimenticati nome –perché proprio Disfunzione?- e foto in copertina possiamo iniziare. Conta solo la musica, per fortuna.
Ed è subito una sfilata di piccoli gioielli. Su chitarre lasciate libere di correre Alieno terrestre riempie i coni delle tue casse di crescendo elettrici; su di un magistrale refrain, Storie, inverni, secoli mima le divagazioni pompose dei Muse senza mai troppo eccedere; testi da neo-romantici come possono scriverne i Baustelle: vedi la follia dell’innamorato; Il nostro giorno perfetto, classe da vendere su fraseggi presi in prestito al brit-rock. La wave ed il pop, entrambe incastonate dentro l’italiano. La loro bravura -capitasse di sentire qua e là riff di Editors o Franz Ferdinand- è di averli mandati a memoria che neanche te ne accorgi.
C’è un occhio lungo alla Jestrai dietro “Il ragazzo di Berlino: …quel tipo che ora abita in Italia.
Voto: 7
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Autore: carbeman@virgilio.it