(Folgore Production 2006)
Ironici, veloci e divertenti. Questo il sunto del disco degli Skuma, band capitolina che, in questa sua effettiva opera prima, denota un buon talento nel genere, con un buon risultato anche nel lavoro di studio. Racchiusi nell’ambito di un punk garage molto frizzante risultano assolutamente a loro agio, sia nei brani in inglese che in idioma casalingo. Fruibili soprattutto per l’ironia dei testi (“..lascia a casa i dischi dei Korn, fanno proprio schifo al c…”), come nel caso di Pop Korn, di cui comunque non condivido il giudizio musicale, ma che tanto mi ha fatto ridere. Molto più interessanti di alcuni concittadini molto blasonati ed incensati dalla mitica stampa specialistica, vedi Intellectuals e soprattutto i Masoko, la speranza è che dal vivo non siano una bufala come questi ultimi, assolutamente mediocri. Si inseriscono, comunque, a perfezione in una scena, come quella romana, che ormai sembra sempre più sterilizzarsi su un garage punk mediocre, senza nessuna proposta di rilievo, che io ricordi, da un po’ di tempo. Al di là di queste considerazioni il disco degli Skuma è carino, non eccezionale né sorprendente, ma piacevole all’ascolto. Attendiamo il full lenght per un’analisi sulla creatività. Non male.
Voto: 6
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Autore: emmenne76@tele2.it