(Ebria Records 2006)
Con l’avvento di “1st And 2nd Year Diary” si ha la fortunata possibilità di conoscere da vicino un’ampia parte dei protagonisti intervenuti nelle prime due edizioni del BääFest, importante realtà festivaliera che, per chi fosse ancora rimasto all’oscuro, dirige la propria ottica alla diffusione del verbo ‘Kore’ e di tutte le possibili sfaccettature – stili, generi, movimenti – abbinate a tale estetica: jazz e angolature avant, minimal, improv radicale, free-form, hard (core) e via dicendo.
Innanzitutto, va precisato che le incisioni contenute nel cd non risalgono completamente alle performance, ‘vere & proprie’, avvenute durante le due edizioni ma, per la maggior parte dei casi, si tratta di contribuiti inediti e registrazioni live (accadute in frangenti disparati) concesse, con tanto di generosità, dagli artisti-interpreti di questa storia.
Mancano purtroppo all’appello, per motivi tecnici, gli interventi di Giuseppe Ielasi e Damo Suzuki mentre osserviamo essere suddivisa, ovviamente, in due parti la struttura della compilation: 17 tracce in totale, divise tra nove concerni al primo anno e altrettante otto dedicate a quello successivo.
Va, inoltre, ricordato che già si è tenuta, proprio nel momento in cui veniva alla luce questo lavoro, la terza edizione di BääFest dove hanno preso parte noti ‘pupilli’ della nostra avantgarde: dai Sedia agli Echran, dalla Napoli Kore degli A Spirale ai 3/4 Had Been Eliminated …
Iniziamo, in ordine sparso, a parlare dei momenti più graffianti e colti, afferrati durante l’ascolto, dove rinveniamo le uniche registrazioni, risalenti direttamente al festival, in quelle dei veterani piemontesi Anatrofobia (con Mi Prenderò Cura di Te) e de La Bestia Pensante, realtà che, con Investigazione1 Esperimento, include alla cabina di montaggio due noti percussionisti, come Alessandro Rossi ‘Pacho’ e Tiziano Tononi, insieme alla chitarra di Angelo Avogadri.
L’avvicinamento al diario della ‘Ebria Fest’ non vale solo per chi (come il sottoscritto) era assente fisicamente alle serate, ma soprattutto per chi ancora ignorasse del notevole patrimonio underground e free di cui dispone il suolo italiano.
Per chi ancora non conosce istituzioni come i Tasaday e Sinistri: presenti rispettivamente con un medio ‘cortometraggio’ industrial-noise, Il Colore del Melograno dei primi, ed un ‘classico’ spaccato di pura (de)frammentazione sonora, prodotta dai secondi in Pre-Amp Chank.
Per chi non ha avuto mai il privilegio di entrare in contatto con l’improvvisata graffiante e complessa degli I/O (qui, in Song 5, con un acidulo miscuglio di funky tagliente e voce corrosa) e di fresche realtà, cosiddette, jazz-kore che comprendono (idealmente) Tanake, Freetto Meesto, i compianti Pin Pin Sugar e dei pilastri del genere come Bron Y Aur e Zu.
Più introspettivi, melanconici e delicati, i relativi saggi degli Ovo e di IOIOI (rapida nella soluzione minimal-sognante di Iki) mentre sospesi in un limbo ovattato tra post-rock e impro-jazz, navigano i Ben-za! nella loro languida & astratta traversata di 04-Session.
Ho tentato, in parte, di segnalare i migliori attimi di questo percorso, anche se rimane impossibile sondare ad ampio raggio tutta la (buona) musica (sperimentale e non) assaporata in “1st And 2nd Year Diary”.
Non posso, comunque, chiudere qualsiasi discorso prima di aver ricordato la presenza, inoltre, degli Uncode Duello, delle Allun e dello stralunato Chuck Norris Zen Solution Ensemble.
Voto: 9
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