Di Marco Loprete
Rizomi, territorializzazione/deteritorializzazione, ritornello: sono solo alcune delle parole-cardine intorno alle quali ruota l’estetica musicale di Deleuze e Guattari, oggetto del bel libro della Cronopio, ‘Millesuoni’, una raccolta di saggi curata da Roberto Paci Dalò e Emanuele Quinz. Oggetto dell’opera è soprattutto, come recita il sottotitolo, il rapporto tra il pensiero del grande filosofo strutturalista francese e dello psichiatra suo connazionale e la musica elettronica sperimentale, quella che fa capo ad artisti come Dj Spooky (al secolo Paul Miller), Scanner (Robin Rimbaud), Oval (il progetto di Markus Popp), Richard Pihnas ed altri.
Il primo dei sei saggi è un’introduzione, ad opera di Quinz, ai concetti chiave del pensiero deleuzian-guattariano: la trattazione, pur nella sua brevità, fornisce un panorama esaustivo e tutto sommato chiaro dell’approccio dei due intellettuali alla musica. Timothy Murphy, invece, professore associato di Letteratura americana all’University of Oklahoma, concentra la propria attenzione su due dischi-tributo al grande pensatore francese (morto suicida nel 1995), ‘Folds & Rhizomes for Gilles Deleuze’ e ‘In Memoriam Gilles Deleuze’, realizzati rispettivamente dalle etichette Sub Rosa e Mille Plateaux, analizzando alcune delle composizioni in essi contenuti alla luce dell’estetica musicale elaborata dai due intellettuali.
Particolarmente interessante, poi, il contributo di Christoph Cox, docente di filosofia all’Hampshire College di Ameherst (Massachussets), che parte dalla definizione dei principi deleuziani di “corpo senza organi” e di “piano di consistenza” per osservare, da un’angolazione diversa, il percorso che va dalla musica classica al rock (anche “post”), passando per il jazz e l’elettronica sperimentale – oggetto, per altro, anche delle argute ma complesse riflessioni di Achim Szepanski (fondatore delle etichette Mille Plateaux e della Disco Inc.). Meno apprezzabile, invece, lo scritto di Guy-Marc Hinant, direttore della Sub Rosa, una serie di frammenti di riflessioni estetiche. A chiudere il libro, una bella intervista di Carlo Simula a Dj Spooky, in cui il musicista americano spiega qual è stata l’importanza, per la sua produzione, della filosofia deleuziana e un contributo di immagini di Roberto Paci Dalò (di cui, francamente, però, è un po’ difficile comprendere il legame con il testo).
Nonostante non si tratti propriamente di un libro per tutti (fondamentale possedere qualche rudimento e un po’ di interesse per la filosofia, nonché buone capacità analitiche), Millesuoni è un’opera fondamentale per capire l’influsso enorme di Deleuze e Guattari sull’elettronica moderna e, più in generale, la musica stessa.