(Solponticello / Shaking Ray Records 2007)
Dennis Palmer e Bob Stagner ( synth, drum samples e
moggerfoogers per il primo, batteria e non solo per il secondo) sono
i due componenti dei Shaking Ray Lewis, due disadattati
che risultano essere il primo gruppo americano ad incidere per
l’europea (radicale e storica) Incus Records.
Bel biglietto
da visita; nulla da dire.
Accompagnati dal musicista di Athens
Killick Erik Hinds (h’arpeggione si chiama il suo strumento);
ci danno ora una bella cinquina a mano aperta sulla
faccia.
“A.S.A.P. Wings” è un bel terremoto
improvvisativo registrato dal vivo nel 2006 ad Atlanta, 50 minuti di
straniante flusso sonoro tempestoso, materiale ironico ed
incandescente; un raw sound di microtonale gloria
(quasi).
Follia dentro tanta, cingolato fuori controllo che si
barcamena fra marosi d’improbabile post, ma proprio post; moderno
revivalismo.
Schegge rock (ma potrebbe esser anche metal), cadenze
elettroniche sgretolate ed urticanti, corrosiva ironia, accenni
vocali d’improponibile blues combusto; tutto e di più.
Anche
una cover dei Residents notevolmente out.
Che altro
aggiungere?
Che il risultato finale si pone in un’improbabile
quanto auspicata terra di nessuno, un equamente bilanciata materia
bruta che ingloba schizzi Primus degli esordi, velenosi umori
Residents, geometrie di h’arpeggione degne dei Carbon di
Elliott Sharp; una delizia per orecchie primitivamente evolute
dunque.
Sei sputi in faccia al pubblico plaudente (avremmo voluto
esserci!), astrusità strumentali sempre in bilico dello
sfascio generale, biascicamenti dementi (in apparenza); Slayer alle
prese con un mal di stomaco da troppa birra.
Che poi gira che ti
rigira, d’obbligo rimescolar le carte e tirar fuori dal cilindro
l’ennesimo, ipotetico punto di contatto; Derek Bailey e le sue
traiettorie sghembe di corde.
Bushy Briers travalica
il perimetro della sanità mentale abbandonandosi a politiche
(polemiche) considerazioni sul presidente americano, un’infausta
attrattiva, Dog Descending decompone
dall’interno una pacata melodia di synth che avrebbe potuto
appartenere ai Kraftwerk; infame anche questa nella sua
dissolutezza.
L’incubica cover di Red Rider;
realmente oltre.
Infamia allo stato puro; vera ed eccitante.
Che
poi lo si voglia considerare evoluzione extra corporea di hillbilly
primitivamente randellato non è poi cosi distante dalla
realtà.
Autenticamente febbricitante; entusiasmante a
tratti.
“A.S.A.P. Wings” ripone l’accento
sull’elettricità e le sue conseguenze.
Musica rurale
d’insieme.
Una pietra angolare sfracellata sul coppino.
Un
demente, ottimo; piacere.
Voto: 8
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