(KLP/Promorama/Goodfellas 2007)
Se l’omonima raccolta dei Calvin Johnson & The Sons of The Soil fosse tutta allo stesso, rovinoso livello delle iniziali Lies Goodbye e Booty Run (ovvero uno zombie Tom Waits/Lou Reed allo stato brado che barcolla sulle basi fornitegli dai Velvet Underground post John Cale e post Maureen Tucker di “Live at Max’s Kansas City”: il massimo dello sbando!) ci sarebbe da gridare al capolavoro.
Con i brani successivi, però, Johnson si perde malamente in meandri ben poco “weird” (la pseudo-ballata Can We Kiss, specialmente: e si che la “stranezza” sarebbe la sua carta vincente), sostenuto in modo relativo dai Sons of The Soil (Kyle Field al basso, Jason Anderson e Adam Forkner che si spartiscono chitarra elettrica e batteria), non molto inventivi strumentisti. Peccato!
Voto: 6
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