Da Domenica 6 maggio A Domenica 3 Giugno La Fabbrica Della Ruota Di Pry Ospiterà La Mostra “La Fabbrica e la sua voce” Trame Sonore Dell’industria Tessile. Click Per Infos.
LeafSoundDesign
di Luca Bergero e Luca Sigurtà
www.leafsounddesign.com
info@leafsounddesign.com
“La fabbrica e la sua voce”
trame sonore dell’industria tessile
Da domenica 6 maggio a domenica 3 giugno 2007 la Fabbrica della ruota di Pray ospiterà la mostra ‘La fabbrica e la sua voce – trame sonore dell’industria tessile’ realizzata dagli artisti biellesi Luca Bergero e Luca Sigurtà e patrocinata dal DocBi – Centro Studi Biellesi.
Una mostra dedicata al suono dell’ industria tessile che, con la sua presenza, ha accompagnato e tuttora accompagna il lavoro di centinaia di lavoratori nel territorio biellese. Un modo nuovo per rivalutare e sottolineare, in un momento di grande trasformazione, l’importanza storica e sociale del lavoro tessile.
‘La fabbrica e la sua voce’ è stata sviluppata interamente all’interno degli ambienti della Fabbrica della ruota cercando e sottolineando l’unione tra i differenti elementi acustici propri dell’ex lanificio Zignone. Il suono dell’acqua, fonte naturale d’energia motrice, incontra ed avvolge la voce delle macchine, il rumore diventa musica. Una riscoperta del suono come fattore caratterizzante del lavoro industriale, nella memoria e nel ricordo ad esso collegati.
La mostra si collega idealmente con gli studi precedentemente sviluppati dal DocBi sul tema dei suoni dell’industria ed in particolare del suo paesaggio sonoro, ricerche sono condotte da anni nell’ambito dell’analisi del patrimonio industriale unitamente al Politecnico di Torino.
I visitatori avranno la possibilità, servendosi delle mappe dei reparti dell’impianto industriale, di seguire un percorso uditivo tra i vari elementi sonori coinvolti. Un percorso nei luoghi in cui differenti generazioni sono state quotidianamente accompagnate dal suono del lavoro.
Come compendio al materiale sonoro, nell’ambiente dell’ ex carderia saranno videoproiettate fotografie realizzate appositamente per la mostra da Manuele Cecconello.
La Fabbrica della ruota, originariamente lanificio Zignone, venne edificata nel 1878 e costituisce uno dei più importanti esempi di archeologia industriale biellese. E’ caratterizzato dal sistema telodinamico, unico caso conservato in Italia.
L’inaugurazione avverrà domenica 6 maggio alle ore 16.
Orari d’apertura: Domenica dalle 15 alle 18.30 o su appuntamento chiamando lo 015 7388393.
“…La muscolatura della Fabbrica della ruota ritorna a muoversi oggi producendo un senso catturato dagli apparati elettronici e interpretato dai due Luca sotto una nuova forma. A partire dallo scrosciare dell’acqua del torrente Ponzone – quel torrente, in quella precisa parte di Valsessera, passando dalle frizioni metalliche dei macchinari – quei macchinari, azionati in quel modo, dentro a quei locali originari, per giungere agli infiniti fruscii di quelle stoffe cardate in pura lana, approdo finale del lavoro di centinaia di operai – del sacrificio di altrettante famiglie, e dei clangori – a volte assordanti, battenti, percussivi, altre volte più astratti, informi, ottusi – delle batterie dei telai.
Dunque, il silenzio ritagliato attorno ai suoni della fabbrica da Bergero e Sigurtà dà una nuova dimensione alla memoria del lavoro. Nel tempio freddo del Lanificio, un vibrare di onde fantasma, di risonanze intrecciate e ricomposte, di flebili ronzii e spaventosi impatti isolati, si fondono in un corpo di metallica, lancinante surrealtà, e il caos sovrano dei reparti tessili – esiziale per l’udito di generazioni di operai – si fa canto elegiaco, dignitoso e non nostalgico, di un’epoca in cui la durezza del pane quotidiano anelava al più sacro dei silenzi.”
Manuele Cecconello
Ascoltando i dischi in solo di Luca Bergero e Luca Sigurtà è impossibile immaginare una collaborazione fra i due, tanto i loro mood sonori sembrano essere lontani, come due pianeti che ruotano intorno allo stesso sole ma in senso contrario e la cui collisione, se dev’essere, non può avere che l’aspetto catastrofico della disgregazione. Due mondi diversi: tanto è nitido e trasparente il primo quanto è sporco di detriti e nebuloso il secondo, tanto è freddo-polare-glaciale il primo quanto è caldo-desertico-equatoriale il secondo, tanto è spaziale il primo quanto è terrigno il secondo, tanto è cristallizzato ed evanescente il primo quanto è fluido e torrenziale il secondo, tanto è spirituale il primo quanto è animalesco il secondo, tanto è razionale il primo quanto è istintivo il secondo. Due mondi a sé stanti sia per natura sia per principio – metallo lucente e anima viva – forgiato nelle officine del dio Efesto il primo e plasmato direttamente dalle mani del dio Pan il secondo.
Come possono convivere la sobria lucidità di Bergero e la malata ubriachezza di Sigurtà?
Ma, in barba ad ogni congettura catastrofica, il connubio fra i due funziona alla meraviglia e va a concentrare, nella sua unicità, quella complessità che solitamente vogliamo rappresentare nei quattro elementi. Bergero è aria e fuoco laddove Sigurtà è acqua e terra.
E, in ultima considerazione, l’esistenza dell’uno sembra in qualche modo indissolubilmente legata all’esistenza dell’altro. Come quella del Dr Jekyll a quella di Mr Hyde o come quella riferibile ai concetti Yin e Yang dell’antica filosofia cinese.
E l’incontro fra i due, che in teoria sembra impraticabile, appare nella realtà come la cosa più naturale di questo mondo: allo stesso modo del matrimonio fra cielo e terra, fra cielo e mare, fra il giorno e la notte, fra la vita e la morte…
È lì, esiste, forse stabilito a priori dalla bizzarria stessa degli Dei… e a noi poveri mortali non resta altro da fare che prenderne atto e ammirare l’armonia perfetta di questa combinazione prodigiosa.
Mario Biserni (sand zine)
La Fabbrica della ruota
Il lanificio venne costruito dai fratelli Zignone nel 1878, in località Vallefredda, a poca distanza dalla confluenza del rio Scoldo col torrente Ponzone e in prossimità della strada provinciale Biella-Borgosesia.
L’attività venne esercitata per diversi anni dalla famiglia per passare, nel corso del tempo, nelle mani di diversi industriali biellesi. Nel 1991 Carlo Beretta donò il complesso industriale al DocBi-Centro Studi Biellesi dopo che già nel 1984, quella che ormai era diventata la “Fabbrica della ruota”, aveva ospitato la mostra “Archeologia industriale in Valsessera e Valle Strona” tracciando il percorso dell’associazione e precorrendo il nuovo destino dell’ex Lanificio Zignone. Oggi la “Fabbrica della ruota”, un vivace centro culturale, è inserita nel sistema ecomuseale della Provincia di Biella.
Si contano a centinaia i nomi registrati nei libri matricola conservati nell’archivio dell’ex Lanificio Zignone. Dalle poche decine di operai presenti in fabbrica alla fine dell’800, il lanificio dei fratelli Zignone arrivò ad occuparne fino a 158 nell’anno 1937. Gli operai provenivano in gran parte da frazioni vicine all’impianto industriale, ma non pochi raggiungevano il posto di lavoro percorrendo quotidianamente sentieri che, attraverso i boschi, collegavano la Vallefredda alle varie borgate distanti anche più di un’ora e mezza di cammino.
Il lanificio dei fratelli Zignone produceva unicamente stoffe cardate in pura lana e misto cotone o sintetico. La maggior parte del prodotto, considerato di buona qualità, era destinata al mercato nazionale, ma non mancava anche la clientela straniera. Trattandosi di un lanificio a ciclo completo tutte le lavorazioni erano concentrate nello stabilimento.
La “Fabbrica della ruota”, unico caso conosciuto in Italia, conserva ancora integro il sistema di trasmissione “telodinamico”, teorizzato anche da Galileo Ferraris.
L’acqua del torrente adiacente alla fabbrica veniva opportunamente incanalata e condotta alla cabina che ospitava la turbina. Il salto d’acqua imprimeva al rotore il movimento che veniva “trasportato” per ottanta metri alla grande ruota della fabbrica mediante un cavo d’acciaio. Il volano in lega metallica a sua volta metteva in moto un albero di trasmissione orizzontale principale al quale erano connessi altri due alberi ai piani superiori. Il movimento così distribuito raggiungeva quindi i macchinari tramite pulegge e cinghie. La telodinamia ha rappresentato, prima dell’avvento dell’energia elettrica, il primo tentativo di trasporto a distanza dell’energia.
Cenni biografici
Luca Bergero, Luca Sigurtà
Luca Bergero (Fhievel) e Luca Sigurtà sono artisti sonori coinvolti nell’esplorare le differenti opportunità del suono dalla fine degli anni ’90.
Per i loro lavori in solo e le collaborazioni che li vedono protagonisti utilizzano il sound design nel cercare un equilibrio tra suono digitale e suono concreto.
Realizzano audio per film e video, alcuni dei quali, realizzati in collaborazione all’interno del collettivo Cooperazione Bowman, sono stati presentati in diverse mostre d’arte contemporanea tra cui: Convergenze (Fondazione Pistoletto, Biella) ed Empowerment (Museo Villa Croce, Genova).
Nel 2005 fondano LeafSoundDesign, progetto dedicato alla sound art e lavori site specific.
Lavorano con il regista Manuele Cecconello e sono, inoltre, coinvolti in diverse collaborazioni d’improvvisazione, una di esse (con Claudio Rocchetti) è stata prodotta dalla prestigiosa etichetta portoghese Creative sources.
Tra le composizioni di Luca Bergero: Preghiera per una stella (AFE, 2006), Pocket progressive (Creative sources, 2005), Free for(m) Rimbaud (AFK, 2005), Le baptême de la solitude (Petite sono], 2005), Vetri di carta (S’agita, 2003).
Tra le composizioni di Luca Sigurtà: Pocket progressive (Creative sources, 2005), Free for(m) Rimbaud (AFK, 2005), La vera macchina d’argento (AFE/S’agita, 2004), La sindrome di Stoccolma (autoproduzione, 2002).
Manuele Cecconello
Terminati gli studi e una collaborazione biennale con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, Manuele Cecconello intraprende un percorso professionale che intesse cultura visiva e comunicazione. Le nuove tecnologie per l’elaborazione digitale delle immagini danno una svolta alla preesistente attività di fotografo free-lance esercitata negli anni ’90 e specializzatasi
nella riproduzione di opere d’arte, nella ritrattistica e nel reportage urbano. È questo il momento in cui l’attività artistica – dipanatasi tra fotografia e cinema sperimentale a passo ridotto – entra in simbiosi con il mercato professionale, dando avvio all’attività di Prospettiva Nevskij, la società di Cecconello che realizza produzioni audiovisive per l’arte e il territorio. Ha diretto una quarantina tra cortometraggi e mediometraggi e frequente è la partecipazione a festival e rassegne cinematografiche.
Nel 2006 realizza il primo lungometraggio a soggetto per la promozione di un luogo sacro, il Santuario di Oropa, presso Biella: “Beato colui che sarà visto dai tuoi occhi. Oropa in sogno”. Nel dicembre dello stesso anno è ospite con una rassegna antologica di opere al 28° Festiva internazionale del cinema latinoamericano di L’Havana, Cuba.
DocBi
Dal 1985 il DocBi – Centro per la Documentazione e Tutela della Cultura Biellese opera con l’intento di “contribuire al recupero e al mantenimento dell’identita’ biellese, alla conoscenza, alla documentazione, alla conservazione della cultura e dell’ambiente biellese nei loro vari aspetti: storia, tradizioni, costumi, arte, architettura, paesaggio, letteratura, cultura materiale ecc.”, attraverso un’azione di volontariato qualificato, con l’appoggio di specialisti nei vari campi del restauro e della ricerca, operando in collaborazione con le Amministrazioni locali, con gli organismi preposti alla conservazione dei beni culturali, con i centri di ricerca e le Universita’. Nel 1993 il DocBi ha acquisito il patrimonio e l’eredita’ morale del Centro Studi Biellesi, fondato nel 1961, e pertanto ha assunto la denominazione di DocBi-Centro Studi Biellesi.
Lo studio del “patrimonio industriale” costituisce uno dei principali settori di ricerca.
Oltre all’allestimento di numerose mostre – “Archeologia industriale in Valsessera e Valle Strona” (1984), “La lana e le pietre” (1987) e “Fabbriche formato cartolina” (1995), “Le fabbriche e la foresta” (2000), “La fabbrica e la sua immagine” (2001), “La lana e il fuoco” (2003) -, l’ attività del DocBi si indirizza al rilievo di vari opifici, allo studio degli archivi industriali (alcuni dei quali sono stati salvati dalla dispersione e recuperati), e alla raccolta delle fonti orali, indispensabili per l’approfondimento di alcuni temi di particolare interesse, come quello dei “sentieri del lavoro”.
L’ impegno non è limitato agli studi e alle ricerche, ma contribuisce, con un intervento diretto, alla conservazione di alcuni siti di interesse, come nel caso della Fabbrica della ruota di Pray e della pista da canapa di Rialmosso.
Come arrivare
Torino: uscita al casello di Carisio, direzione Cossato e Vallemosso, a Crocemosso bivio a destra verso Ponzone, poi proseguire per Pray
da Milano: uscita al casello di Greggio, direzione Arborio, bivio a sinistra per Rovasenda, Roasio, Crevacuore e Pray, poi seguire per Ponzone da A26: casello Romagnano-Ghemme, direzione Serravalle, bivio a sinistra per Crevacuore, Pray, poi seguire verso Ponzone.