Il Mondo è In Pericolo!! Danny, Pensaci Tu!!!
Di Alberto Maroni
Uno dei film cardine degli anni novanta, della mia generazione (forse di quella prima della mia…) è senza ombra di dubbio TRAINSPOTTING di Danny Boyle.
TRAINSPOTTING è un film esagerato, sboccato, drammatico e ironico, realista e surrealista, con una sceneggiatura pazzesca, supportato da degli interpreti unici; sostanzialmente un CAPOLAVORO.
SUNSHINE, l’ultima fatica del regista Danny Boyle non è trainspotting, ma è un film eccellente.
Ambientato in un futuro prossimo dove il sole minaccia lo spegnimento, il film segue le gesta di un gruppo di astronauti in missione per salvare l’umanità. Attraverso una interminabile serie di intoppi e impedimenti i nostri eroi dovranno piazzare una gigantesca bomba nella nostra stella morente, così che la vita continui. Ce la faranno? Pagare biglietto per vedere cammello.
Sunshine è ambivalente, da una parte è scuro, claustrofobico (vicino alle atmosfere del primo alien) con un montaggio agghiacciante e frenetico, una fotografia distorta e impietosa; dall’altra è luminoso, SOLARE (anche troppo!!!), con le astronavi e i pianeti che sembrano forme geometriche danzanti (credo un voluto rimando a 2001: odissea nello spazio).
Sunshine è un film sui rapporti umani, che, come in traispotting, sono segnati sia da amicizia, ma anche da opportunismo e menzogna.
Sunshine, come tutti i film di fantascienza, oltre a farci vedere possibili disastri futuri, o alieni che siamo noi stessi e non ce ne rendiamo conto, ci dice qualcosa di filosofico sull’uomo e sulla vita, su Dio.
Vediamola così:
in Sunshine il sole è un simbolo di dio, della sua grandezza, e del suo lento spegnersi nel corso del tempo. Tutti gli astronauti della nave difatti sono attratti dal sole, sognano e pretendono di vedere sempre meglio e sempre più da vicino la luce del “sole”. La scintilla di vita del sole si sta spegnendo, e quindi l’uomo, con la sua scintilla di vita, la “bomba”, deve rivitalizzare la scintilla morente. E non sarà compito facile. Non ci si può avvicinare a Dio senza scottarsi, non si può pretendere di essere Dio senza pagarne alcune conseguenze. Attraverso lo sfaldamento dei rapporti umani nella nave, i pericoli dello spazio, malaugurati messaggeri divini (molto chiaro il messaggio del comandante di Icarus 1), la corsa dell’uomo per salvare/sostituire Dio sarà dura e tortuosa, e vedremo bene come finirà.
Sunshine è scienza e religione, preservazione e sostituzione, robot insensibile e sguardo di fuoco che brucia; è morte e vita, uomo e dio.
E Danny Boyle: frenetico e morbido, umano e disumano.