( (Monotreme/Ghost/I.E.G. 2007)
La distruzione delle piccole idee avviene nell’arco di sessantadue minuti, divisi in dodici brani nei quali gli scozzesi decostruiscono, ricompongono e frastagliano tanti diversi tipi di sonorità. Il loro sound nel suo fluire si inerpica e si adagia, si incunea, si incazza, si avvolge e va a sbandare nel mare. Con questo loro terzo cd gli scozzesi provano, in buona parte riuscendoci, a decostruire tutte le buone idee che erano alla base del post rock. Il loro approccio, per questo cd, ricorda molto quello degli stakanovisti Motorpsycho, dato che in questi dodici brani di spunti e di citazioni, di guizzi intriganti e di innovazioni sonore ce ne sono a bizzeffe. Ogni brano si potrebbe sezionare in migliaia di monadi ed analizzarle, come un chimico con il suo telescopio, tanta è l’intensità sonora di questo cd. Il post rock contenuto qui a volte si adagia o si lascia accompagnare dall’elettronica, altre ci cozza, ma poi giunge come deus ex machina un piano avvolgente.
Quale altro gruppo riesce a coniugare in un unico brano ( These things you can’t unlearn) l’elettronica liquida dei Tortoise, l’inquietudine di Trent Reznor ed il noise degli Slint? Oppure a non farci annoiare dal progressive pomposo vicino al kraut elettronico che si trasforma in solo techno ( The distant & mechanised glow od european dance partes)? E poi quando in Wax futures il suono si fa saturo di spunti come i migliori Motorpsycho con un finale di chitarre che cavalcano e che si accavallano da sole.
Insomma potremmo continuare così all’infinto, lasciatevi affascinare da questo cd. Buon ascolto e buona ricerca.
Voto: 8
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