(Staubgold/Wide 2007)
Nati originariamente come il one-man-project di Thomas Weber, i Kammerflimmer Kollektief si trasformarono, a partire dal 1999, anno della relase del loro debut-album, “Maander”, in un collettivo di musicisti, all’interno del quale, però, il nucleo centrale è sicuramente composto, oltre che dallo stesso Weber (chitarra, effetti elettronici, piano), da Heike Aumüller (harmonium, voce, synth, percussioni) e Johannes Frisch (double bass e percussioni).
“Jinx”, settimo capitolo della saga discografica del collettivo, si muove, come i precedenti lavori, lungo i territori di un’elettronica sperimentale dalle atmosfere languide e dall’andamento cinematico. A confermarlo, tracce come Palimpsest, in cui su un tappeto di percussioni, chitarre steel (Martin Siewert), harmonium e synth si innestano i fraseggi della viola di Heike Wendelin, sovrastata poi, nella seconda metà del pezzo, da ululati elettronici e distorsioni; la danza suadente ed ipnotica della title-track, con la Aumüller che si produce in un canto dalle inflessioni arabeggianti, sempre in bilico sul filo della schizofrenia, la delicata e malinconica Live At The Cactus Tree Motel (col sax ronzante di Dietrich Foth) e la notturna e sconsolata Nest.
Chiude il disco in modo eccellente Subnarkotisch, una piece di avanguardia (10 minuti) memore del lavoro di Stockhausen, che, con le sue traiettorie sonore tese e glaciali, rimanda a spazi cosmici lontanissimi, percorsi da urla lancinanti e rumori elettronici di ogni sorta che finiscono col sovrapporsi, generando una materia sonora magmatica, ribollente, caotica.
In definitiva un gran bel disco, che fa dell’originalità e della ricchezza di spunti la sua forza e che si candida ad entrare nella top ten dei migliori lavori del 2007.
Voto: 8
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