Koji Asano ‘Trio Suites No.1-No.3’

(Solstice/Asano Production 2006)

L’Asano elettronico
qualche consenso tiepido lo strappa, la versione in giacca e
cravatta, classico/cameristica, comincia invece (pesantemente); a
farmelo odiare.
Abituati al (suo) solito diluvio produttivo, ora
ci tocca sorbirci questi 36 minuti sdolcinati ed appiccicosi che
scorrono placidi in direzione dell’oblio.
Nessuna rilevante
sorpresa in questo albo, normale amministrazione che puzza non poco;
di apertura nuovi spazi lavorativi futuri (per l’autore sia
chiaro).
Il saltello
stilistico in genere può esser accolto come segnale evolutivo,
sottrarre al suddetto movimento ogni ironia di sorta (come in
questo caso…), può, generar un tronfio appagamento
nell’autore e, cosa peggiore; tramutarsi in esborso di carte sudate
dal portafoglio del consumatore (che maledirà l’incolpevole
supporto, utilizzandolo ben che vada; come sottofondo da cucina
attivizzata per attesa ospiti femminili).
E cosi è.
Turbamenti
del cuore, nebbioline sottili; qualche daino ed un fagiano
forse.
Oboe, piano e violoncello, eccellenti interpreti i tre Bin
Ueda
, Akiko Nakae e Shunichiro Miyasaka,ci metton
l’anima loro; forse anche troppo.
Corse e rincorse, implicazioni
emotive chiaroscurali sullo sfondo, un florilegio raffinato e
variegato di stucchevoli melodie, si muove in automatico verso la
polvere sottile che al più presto lo ingloberà;
ammirevole sotto questo aspetto.
Ora però, se continua
cosi, Asano potrà anche avere un futuro radioso fra teatri ed
auditorium, io da parte mia mi difendo i coglioni da tali colpi bassi
e lo utilizzo come ennesimo oggetto da lancio.
Asano continua per
me a rimanere un mistero insondabile, la parte elettronica a volte
guizza convincente; il lato cameristico è un oltraggio
continuo.
I giovani katodici ci
diano più di un ascolto prima dell’acquisto.
La
sublimazione della noia a 22 dollari e 95; non propriamente un
affare.

Voto: 4

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