(Elefant 2007)
Un capolavoro. Come altro definire l’ultimo disco dei Trembling Blue Stars, creatura del songwriter americano Bobby Wratten, ex Field Mice e Northern Picture Library? Dodici perle all’insegna di atmosfere malinconico-depresse, tra batteria elettronica, chitarre à la Cure, spunti post e vocalità suadenti ed eteree.
Difficile resistere alla serena lucentezza di Idyllwild (cantata splendidamente da Beth Arzy) e November Starlings, al sound neworderiano (corretto da un pizzico di Robert Smith) di This Once Was An Island , alla malinconia autunnale di The Coldest Sky, Darker, Colder, Slower e From A Pale Blue Rosary, alla delicata Say Goodbye To The Sea, dal bell’arrangiamento orchestrale.
Wratten ha tratteggiato una manciata di pezzi che sembrano fatti apposta per commuovere. Umile, dimesso e raffinato al tempo stesso, il suo songwriting si nutre di spunti vari, amalgamati con la mano sapiente del musicista consumato in modo originale, non derivativo. Per chi si fosse perso i precedenti quattro dischi dei Trembling Blue Stars, “The Last Holy Writer” rappresenta un ulteriore (e speriamo non ultima) occasione per avvicinarsi ad uno dei grandi (e misconosciuti) autori pop dei nostri giorni.
Voto: 9
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