(V2 2007)
Un disco chitarra, voce ed archi per Kelly Jones, leader degli inglesi Stereophonics, qui alla sua prima prova solista. Undici tracce, dedicate ad altrettante figure femminili (i titoli dei pezzi sono tutti nomi di donne), nei cui testi si racconta di amore, abbandono, lotta e sofferenza, il tutto con un piglio tra il malinconico e il nostalgico.
Si comincia con la dolente Suzy, dal ritornello lacerante (fantastica interpretazione vocale di Jones), per poi proseguire con il crescendo emotivo/orchestrale di Rosie e la più rilassata e sognante Liberty. Katie, spettrale e notturna, precede la delicata Violet, storia di prostituzione e morte resa attraverso semplici ma efficaci pennellate, in cui Jones offre una delle sue migliori prove come cantante. La disperazione profusa in Jayne è bilanciata dal minuto e trenta di Misty, leggera quanto basta da smorzare un attimo l’atmosfera di opprimente malinconia. Emily, invece, potrebbe essere uscita dalla penna di Ryan Adams e conduce l’ascoltatore al cospetto di quello che è uno dei brani migliori del disco, l’arringa rabbiosa di Jean. Chiude il lavoro (splendidamente) la serena malinconia di Summer.
Insomma, con questo “Only The Names Have Been Changed”, Kelly Jones ha realizzato il disco della vita, il suo capolavoro, serio candidato ad entrare nella lista dei migliori CD dell’anno.
Voto: 8
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